– di Giacomo Daneluzzo –
Questo weekend ho assistito a Non erano battute, lo spettacolo scritto e portato in scena da Immanuel Casto nel prestigioso Teatro dei Filodrammatici di Milano. Ero incuriosito soprattutto dal fatto che si tratta di un evento decisamente atipico: infatti Immanuel Casto, pseudonimo di Manuel Cuni, è noto principalmente per la sua attività di cantautore satirico, a cui affianca quella di game designer – sue creazioni sono le serie di giochi Squillo, Jenus – Il gioco, Witch & Bitch, Dogma, Rainbow Pets e Non si può più dire niente!, tutti caratterizzati da uno stile estremamente provocatorio.
Fino a poco fa Cuni era impegnato anche nel ruolo di presidente della divisione italiana del Mensa, associazione internazionale che raggruppa il 2% della popolazione con il QI più alto al mondo (per farne parte bisogna raggiungere un punteggio minimo di 148 nel test di Cattell; il Mensa mette a disposizione sul suo sito un simulatore per chi avesse interesse ad avere una stima del proprio QI). Il suo secondo mandato da presidente del Mensa è terminato il mese scorso.
Uno spettacolo teatrale, quindi, è sicuramente una novità nell’ambito delle proposte artistiche di Immanuel Casto, sicuramente in grado di suscitare interesse in chi già lo conosce e ne apprezza il lavoro. Ma la poliedricità che, come si è visto, contraddistingue il Casto Divo – soprannome con cui è noto tra i suoi fan – fa sì che quest’esperimento teatrale si possa rivelare molto interessante anche per i “neofiti”: l’artista è infatti riuscito a realizzare una stand-up comedy brillante e a rappresentarla con una naturalezza invidiabile.
Niente musica all’interno dello spettacolo, seppure le citazioni alle sue canzoni siano molte, ma molti aneddoti autobiografici e tantissima autoanalisi. Immanuel sembra essere completamente a proprio agio con lo spazio del palco teatrale, forte anche dell’esperienza accumulata lo scorso aprile con il tour teatrale Insegnami la vita, insieme a Romina Falconi (il titolo riprende l’omonima canzone, l’ultima delle molte collaborazioni tra i due cantautori, amici e coadiutori fin dagli esordi).
I temi toccati dallo spettacolo, che si presenta con la dicitura “monologo meta-comico“, sono molteplici: dalla comunicazione, con le sue difficoltà e incomprensioni, si passa ai rapporti umani, sia in famiglia che non, con le loro complessità. Non erano battute è un monologo che devia rispetto alla “commedia pura” e stupisce per la profondità, priva però di qualsiasi pesantezza, con cui Immanuel Casto riesce a trattare temi complessi e a raccontare con sincerità disarmante alcuni episodi significativi della propria vita, toccando a più riprese – senza però mai nominarla esplicitamente – la grande tematica della neurodivergenza, trattata con coscienza e sensibilità dall’ottima drammaturgia, allo stesso tempo raffinata e alla portata di qualsiasi pubblico per chiarezza e lucidità.
Cuni porta sul palco uno spettacolo interessante e originale, personalissimo, che non si limita a intrattenere, pur riuscendoci benissimo, ma cerca anche di portare lo spettatore a riflessioni importanti partendo dai suoi punti di vista e dai suoi modi di ragionare sulla realtà. Con una buona dose di autoironia, il Casto Divo racconta se stesso e il mondo, riuscendo persino a stupire per la consapevolezza espressiva che dimostra anche nell’utilizzo del medium teatrale, fino a oggi inedito nel suo percorso artistico.