In un mondo dove la musica è un semplice hobby e proporsi significa investire tempo e denaro per avere in cambio solo indifferenza, i Nerofilmico hanno deciso per la totale autoproduzione: da soli hanno scritto, suonato, cantato e registrato questo duplice lavoro, che si propone al pubblico in un doppio EP: Nerofilmico EP, in studio, un concept in quattro tracce che raccontano una storia e Le sessioni, live in studio, per un prodotto complementare e quasi completo.
Nerofilmico EP si basa su atmosfere vagamente anni ’90, un rock alternativo italiano post grunge, alleggerito e ripulito nei suoni e nella performance (un nome potrebbe essere Timoria), anche con un vago sapore Smashing Pumpkins (quelli di Mellon Collie, per intenderci). La scelta dell’EP di basarsi su di un concept è ardita ed apprezzabile per una band al primo lavoro: la storia è minimale e racconta di Mirella, “persa” in una notte. Nonostante l’idea, ammirabile, il risultato è a metà, con alcune scelte per i testi discutibili e un po’ naïf. I brani, musicalmente parlando, son di contro tanto complessi dal punto di vista armonico e compositivo, con una moltitudine di strofe, ritornelli e bridge che si susseguono, quanto essenziali e diretti dal punto di vista degli arrangiamenti: il formato in power trio calca la mano con una bella chitarra pesante e ricca di armonici che occupa tutto lo specchio sonoro, spinta da un basso pulsante ed efficace e una batteria a reggere il tutto. Su tutti “La lunga notte di Mirella” e “Si riassume tutto”, rispettivamente opener e closer dell’EP si mettono in evidenza per le linee melodiche di chitarra e voce e ritornelli cantabilissimi.
Le sessioni completano il quadro offrendo altri ottimi brani come “Lacca, patine e bijoux”, oltre una vigorosa dimostrazione di carattere nell’esibizione dal vivo e la compattezza sonora e stilistica della band.
Splendido esordio per una band che dimostra un grande potenziale nella stesura di brani: canzoni efficaci, capaci di entrare in testa anche solo al primo ascolto, che di contro forse deficitano nella varietà sonora e che dal punto di vista strumentale potrebbero osare anche di più. Un ultimo consiglio: darebbe più calore una performance vocale meno timida, tanto più che le soluzioni a due voci sono interessanti e ben realizzate e s’incastrano perfettamente nel sound della band. Le possibilità di crescita sono molte e sta tutto nella loro capacità di far maturare gli ottimi elementi alla base del loro sound. Ad maiora!
MENZIONE D’ONORE: “Si riassume tutto”, memorabile e coinvolgente.
Riccardo De Stefano
ExitWell Magazine n° 1 (marzo/aprile 2013)