– di Assunta Urbano –
Il progetto che porta il nome Carena nasce da una stretta amicizia tra Giovanni Maggi (voce e tastiera), Giovanni Palmer (chitarra), Claudio Pulito (batteria) e l’unione di Fabrizio Facø Convertini (basso).
Le atmosfere sognanti sono la caratteristica identificativa della band, che ha come base la suggestiva Valle d’Itria.
Il 25 novembre hanno pubblicato il loro primo lavoro discografico, Nefertiti, in cui è evidente la passione per il britpop anni Novanta dei componenti.
Dopo un ascolto attento dei nove brani dell’album abbiamo fatto qualche domanda ai Carena, per assaporare al meglio le loro canzoni.
Il vostro disco d’esordio Nefertiti è uscito il 25 novembre per Dischi Uappissimi. Come nasce l’idea per questo lavoro? E per quale motivo il pezzo Nefertiti è stato scelto come titolo dell’album?
Siamo amici da sempre. Entrare in studio ha fatto parte di un processo naturale, una diretta conseguenza della nostra passione comune.
L’album prende il nome da una canzone presente nell’album, a cui abbiamo voluto dare nuova vita. Un brano che parla di un amore immaginato e vissuto in una frazione di secondo.
Sono già stati tratti da Nefertiti tre singoli, ovvero Detersivo, San Lorenzo e FBI. Invece, un videoclip di Orsa Maj7 è uscito nel febbraio 2018. Cosa rappresentano per voi questi pezzi e per quale motivo sono stati i prescelti? Inoltre, a prescindere da questi già citati, c’è una canzone a cui siete particolarmente legati all’interno del disco?
L’idea di pubblicare Detersivo, San Lorenzo e FBI in quest’ordine è stata una scelta programmata, per dimostrare al pubblico le nostre potenzialità. Orsa Maj7 è stato un primo esperimento, caricata solo su YouTube con il videoclip. Ognuno di noi è legato a una canzone diversa e scegliere è davvero difficile. Certamente Nefertiti è il pezzo che ci divertiamo di più a suonare dal vivo.
Amore, nostalgia di tempi andati e radici ben definite. Tre macroargomenti centrali nel vostro mondo. Parlando proprio di radici, l’alternative pop dei Carena gravita intorno alla Valle d’Itria. Che ruolo svolge nel vostro universo musicale il luogo che vi ha generati? Quanto cambia fare musica in una città enorme rispetto alla provincia pugliese da cui provenite?
Qui in Puglia la scena musicale è molto attiva e l’ambiente è davvero stimolante. Abbiamo davvero un sacco di artisti in gamba ed ogni mese qualcuno tira fuori musica nuova. Rispetto ad una grande città, probabilmente più dispersiva, qui ci si conosce tutti e ci si supporta a vicenda. C’è un confronto continuo con realtà diverse e più il tempo passa, più si collabora a costruire qualcosa di bello tutti insieme. Anche se non è sempre tutto rose e fiori.
Una delle difficoltà di suonare in provincia è quella di trovare palchi adatti. Siamo spesso costretti a percorrere tanti chilometri per suonare su dei palchi attrezzati a dovere e per trovare un pubblico curioso di ascoltare qualcosa di nuovo.
Dopo avervi chiesto come nasce questo disco, mi sembra inevitabile domandarvi da dove provengono le atmosfere sognanti e – citando il brano Cena A Casa Di Arianna – questo “gravitare a zero nello spazio” che caratterizzano la vostra musica. In aggiunta, quali sono le muse ispiratrici del vostro percorso?
Le atmosfere sognanti e sospese provengono dall’ambiente in cui ci troviamo, che ci ha trasformato in persone pacifiche, tutt’altro che “fumantine”. Volevamo trasmettere la quiete surreale che si vive in Valle d’Itria in inverno, grande ispiratrice delle nostre liriche e melodie.
Si percepisce facilmente l’influenza britpop anni Novanta nei Carena. Cosa simboleggiano per voi quegli anni? Qual è il pezzo che ritenete più caratteristico di quel periodo?
Noi siamo del 1994, abbiamo tutti avuto quel cugino che ci ha passato la “fatidica” cassetta. Quella che ha toccato spiritualmente noi è Modern Life Is Rubbish dei Blur, in particolare la canzone Resigned.
Siamo ormai arrivati al termine del 2019. In questo vostro percorso musicale avete suonato come open act di Mox, degli Skiantos, Mèsa ed altri. Cosa si prevede, invece, nel 2020, per quanto riguarda sia i live sia novità varie, per i Carena?
C’è già in cantiere della nuova musica che vedrà la luce con il nuovo anno. I concerti saranno parte fondamentale di questo 2020, per continuare la promozione dell’album oltre i confini geografici pugliesi. Vogliamo portare la nostra musica a più persone possibili, vogliamo condividere le nostre parole con chi davvero ci può capire, con chi ci si può ritrovare ed emozionare. In fin dei conti, questo è da sempre il nostro unico e grande obiettivo.