Davide Napoleone è un cantautore e autore di canzoni. Fin da piccolo sviluppa un particolare interesse per la musica, influenzato dai dischi di gruppi come Oasis, The Verve e Blur, che iniziano a circolare in casa grazie a suo fratello maggiore.
Nel 2016 diventa autore in Sony e inizia a scrivere per artisti come Michele Bravi, Chiara Galiazzo, Gaia Gozzi e altri, decide poi di inaugurare il 2020 tornando alla guida del suo progetto personale. Qualche settimana fa ha pubblicato il suo nuovo singolo Amalfi, un brano dedicato alla Costiera Amalfitana e all’uso del dialetto rivisitato in chiave moderna, ma dietro c’è una storia che arriva dal passato e ne abbiamo parlato durante quest’intervista…
Limoni, pizza e mare. Cosa ti viene in mente?
Avrei voglia di una bella impepata di cozze. Comunque mi viene in mente casa mia!
Bene, parliamo proprio della Costiera Amalfitana. Se dovessi pensare ad uno slogan per sponsorizzare il turismo nella tua terra, quale sarebbe?
Non saprei. Si dice: “Vedi Napoli e poi muori”? Del mio paese, che è Capaccio, dicono: “Vai buono e torni paccio” . Come vedi siamo pieni di slogan molto rassicuranti.
Passiamo ora alla musica, da poco è uscito il nuovo singolo che si chiama appunto Amalfi, cosa ti ha ispirato per la scrittura di questo brano?
La storia di Vito Manzo. Un figlio del sud morto alla fine degli anni ’50 . Un falegname-cantautore che non è mai riuscito a far emergere la sua arte. Poi ovviamente il mare.
Nella vita scrivi anche per altri artisti, come funziona il processo creativo che ti porta a tenere un brano per te o a darlo ad altri?
Ti accorgi subito se quello che stai scrivendo è qualcosa di estremamente personale. Poi dipende, ci sono state anche delle canzoni che ho sentito molto mie ma che ho poi riconosciuto nella storia di qualcun altro e lasciato andare.
Quando hai deciso di inserire il dialetto all’interno di questo tuo nuovo progetto personale avevi paura che qualcuno potesse fare dei velati riferimenti a Liberato?
Onestamente non mi sono proprio posto il problema. La musica napoletana nasce nel XIII secolo circa quindi tecnicamente si sarebbero potuti fare velati riferimenti ad una decina di secoli di musica.
Quali sono i tre dischi che hanno in qualche modo caratterizzato la tua vita e perché?
(What’s the Story) Morning Glory degli Oasis, Urban Hymns dei The Verve, 13 dei Blur. Perché? È stata letteralmente la prima musica che ho ascoltato.
Il prossimo brano parlerà sempre della Costiera Amalfitana?
Sì, c’è in cantiere un intero concept album sulla Costiera Amalfitana e su Vito Manzo.