L’intelligenza artificiale è sempre più presente nelle nostre vite e di recente la troviamo spesso coinvolta in processi di generazione di contenuti artistici. Sui social spopolano, per esempio, cover fake in cui vengono riprodotte voci famose e canzoni inedite che imitano lo stile di band celebri, talvolta con risultati anche sorprendenti. Ma cosa sta accadendo realmente? Può l’intelligenza artificiale sostituire davvero gli artisti?
L’incontro tra musica e intelligenza artificiale
La fusione tra musica e intelligenza artificiale è un tema affascinante e controverso. L’IA offre infatti la possibilità di generare musica e creare brani senza l’intervento umano sfruttando algoritmi complessi e reti neurali in grado di analizzare vasti set di dati musicali e imparare le regole e le convenzioni di generi specifici, per un meccanismo che consente alla macchina di comporre brani originali che sembrano essere stati scritti da veri artisti umani.
Un esempio famoso di questo fenomeno è stato negli anni passati il caso del “Progetto Magenta” di Google, che ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di creare musica originale, ma sono ormai decine e decine i contenuti di questo genere a circolare sul web e sui social riproponendo curiose reinterpretazioni vocali (come nel caso di cover cantate dalla voce fake di Freddie Mercury) o pezzi creati ex novo che sembrano realmente firmati da band di successo come Radiohead e Oasis. Attraverso l’analisi di migliaia di brani, l’IA è stata in pratica in grado di generare melodie e arrangiamenti che rispecchiano in maniera quasi inconfondibile gli stili musicali di artisti famosi, tuttavia, nonostante la qualità tecnica delle composizioni, molte persone hanno sollevato dubbi sul fatto che l’IA possa davvero sostituire la creatività umana e l’espressività artistica.
L’IA genera musica ma non emozioni
La musica è un’arte intrinsecamente legata alle emozioni umane. Gli artisti umani creano musica partendo dalle loro esperienze, dalle loro emozioni e dalle loro prospettive uniche ed è proprio questo ciò che conferisce alla musica un’anima e la rende una forma d’arte così potente. Molti sostenitori della musica tradizionale ritengono che l’IA manchi di quella “scintilla” umana che trasmette l’essenza stessa della musica, d’altronde le composizioni realizzate in questo modo non sono altro che frutto di una capacità di analisi e rielaborazione di dati, che può dare sì risultati piacevoli ma che mancano del calore legato all’ispirazione umana.
Bisogna però riconoscere che l’intelligenza artificiale ha fatto grandi passi avanti nel campo musicale, tanto da essere utilizzata da alcuni artisti come strumento creativo, un supporto da sfruttare per la sua capacità di elaborare enormi quantità di dati e suggerire nuove idee musicali alla pari di un assistente creativo, offrendo opzioni e ispirazioni che gli artisti possono poi sviluppare e trasformare con il loro tocco personale.
L’utilità dell’intelligenza artificiale è indubbia e non mancano casi in cui l’applicazione di questa tecnologia ha dato importanti benefici, come nelle attività di marketing o nei giochi online, con l’adozione di soluzioni ad hoc che permettono di programmare e sviluppare i vari tipi di passatempi in maniera tale da renderli più vicini alle caratteristiche del singolo giocatore. Dopo tanti esperimenti effettuati in vari contesti ludici, oggi le piattaforme specializzate nel poker digitale sfruttano, per esempio, l’IA non soltanto per permettere un confronto quanto più realistico possibile contro la macchina, ma anche per migliorare la varietà delle risposte e per rendere l’attività di gioco più sicura e protetta, ottimizzando l’intera esperienza in base alle preferenze espresse dagli utenti.
Tuttavia, quando si tratta di creatività artistica, la questione diventa più complessa. La musica è un’arte che coinvolge l’anima e l’espressività umana. Gli artisti trasmettono emozioni, storie e messaggi attraverso la loro musica, creando connessioni uniche con il pubblico. Non si tratta solo di note e accordi, ma di una profonda esperienza umana.
Le sfide dell’intelligenza artificiale nel campo della musica
Chi lavora sullo sviluppo di software di IA è pronto a scommettere che presto la musica realizzata “artificialmente” sarà di qualità pari a quella tradizionale, per una vera e propria “sfida” tra innovazione e arte che a nostro avviso non sarà così facile da vincere. L’obiettivo principale dell’intelligenza artificiale in campo musicale è infatti quello di replicare l’elemento umano, l’ispirazione e l’originalità che derivano dalla creatività, ma se è vero che l’IA può imparare e riprodurre le regole e le strutture musicali esistenti, le idee e le innovazioni rivoluzionarie sono spesso il risultato di esperienze e intuizioni umane che vanno al di là delle regole predefinite.
È dunque impossibile pensare che l’IA possa un giorno sostituire completamente gli artisti, ma non bisogna sottovalutare le sue potenzialità e anzi trasformarle in uno strumento in più al servizio dei creativi. L’intelligenza artificiale è destinata a diventare un elemento di supporto alla scrittura e alla composizione, nella musica come in altri settori, e gli artisti potranno utilizzarla per esplorare nuovi territori sonori, generare idee alternative e affinare il processo creativo. Insomma, l’IA può diventare un importante alleato nella ricerca di nuove ispirazioni e nella scoperta di nuovi modi di esprimersi attraverso la musica.
Sostituire completamente l’artista rimane un’impresa molto complessa, ma la fusione tra intelligenza artificiale e creatività umana porterà con tutta probabilità a nuove forme di espressione musicale, in cui l’unicità e l’ispirazione dell’uomo rimarranno fondamentali ma godranno di un supporto aggiuntivo, un po’ come accaduto con l’introduzione dell’elettronica e dei computer, oggi centrali in quasi tutti i generi musicali.