• di Edoardo Biocco
Il primo di marzo Murubutu ci fa il suo regalo più grande e ispirato: Tenebra è la notte, il suo nuovo lavoro discografico. Questo è l’album che potete sbattere in faccia all’amico spocchioso che, quando si parla di rap o hip hop, se ne esce con l’inflazionata e dolcemente retrò: “ma se gli piace scrivere perché non fa il poeta? Che vuole lui dalla musica?”. Lui dalla musica vuole il contorno a dei testi scritti con sapienza e consapevolezza, colti e raffinati inseriti su delle basi che definisco così solo per attenermi al gergo del genere musicale d’appartenenza, perché nella maggior parte dei pezzi si tratta di vere composizioni melodiche. La voce roca e se vogliamo “incattivita” di Murubutu è il contraltare di una vena autoriale quantomai feconda e in realtà delicata: ci parla di notte in ogni traccia e la sviscera in tutti i suoi aspetti attraverso questo concept album fatto di notti bianche, notti nostalgiche, di San Bartolomeo e San Lorenzo. Sfido voi e il vostro cinismo: ascoltatelo e provate a non innamorarvi di almeno un paio di canzoni.