– di Michela Moramarco –
Mosè Santamaria pubblica l’album dal titolo “Come cani per strada”, un progetto nuovo, peculiare e quasi sperimentale. L’album è costituito da sette brani, alcuni già noti come singoli come “Occhi nudi”, traccia cardine. Procedendo in ordine, si può affermare che il nuovo album dell’artista è sicuramente originale nelle intenzioni, a metà fra il pop cantautorale e preponderanti cenni di elettronica. Un’altra cosa certa è l’ampliamento degli orizzonti sonori rispetto ai già validi lavori precedenti.
Mosè Santamaria, infatti, ha una caratteristica per cui la sua introspezione non è mai retorica, bensì costante e addirittura coerente, il che è un aspetto ormai di sfida.
Si tratta di un’introspezione che dal mondo interiore e intimo si riversa prepotentemente nel mondo esteriore, vero e ostinato. L’artista, come si evince dalle tracce di “Come cani per strada” non si lascia sopraffare dal passaggio fra introspezione e immersione nel reale, anzi: ne fa una vera e propria cifra stilistica. Nelle sette tracce è presente una mai vinta ricerca della felicità, che determina un percorso inedito e inequivocabile musicalmente e testualmente parlando. Attraverso variegate prese di coscienza di buddhista discendenza che trapelano da queste sette tracce, si giunge a consapevolezze temporali o forse temporanee, ma nettamente riflettenti e riflessive. “Come cani per strada” è dunque un album di sette tracce che, irriverenti al punto giusto, si configurano come brani da ballare, da ascoltare, insomma, da esperire.