Dopo il primo disco “We Can Do It!”, tornano i Mom Blaster con Reset, il primo album con liriche in italiano e con sonorità più aggressive ed elettroniche.
10 pezzi dall’alto contenuto energetico, in cui si sentono influenze illustri, come quella dei Depeche Mode, il tutto mescolato al cantato italiano che crea un’alternativa inusuale al panorama consolidato dell’underground nostrano.
In questo album c’è tanto rock a diversi livelli di intensità, come in “Alchimia”, la traccia d’apertura che ci catapulta subito nel clima di Reset, fatto di testi di critica e di vita vissuta.
Il rock e l’elettronica sono il punto costante dell’intero disco, che procedono a braccetto in ogni brano, come si può ascoltare bene anche in “Strani Giorni”, “Mi Troverai qui” e nel singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, “Ciò che è giusto”. Ma non c’è da dimenticare che dietro all’uso dell’elettronica ci sono le chitarre, anche se è “la natura drum&bass che lo vuole”, giusto per parafrasare un punto interessante del brano, come in “Mi Guardi e Taci” e “Confuso”.
Il sound dei Mom Blaster è tuttavia fortemente influenzato dalle sonorità degli ultimi anni ’80 e si sente più che mai in “Sono niente” e in “La Nuova era” che è sicuramente il momento in cui si fanno sentire le sonorità più vicine alla cultura rave degli anni ’90.
In particolare, c’è un brano che colpisce l’ascoltatore ed è “Lei”, uno dei più riusciti, dove l’elettronica non fa da padrona, mentre invece al suo posto troviamo un groove funky-jazz con batteria acustica e pianoforte.
Nel complesso Reset è un ottimo nuovo inizio per i Mom Blaster che dimostrano di essere maturati ma di non aver dimenticato il passato venato di reggae, che infatti riemerge con prepotenza in un felice fusion nel brano “Carillon” che chiude il disco.
Luca Secondino