– di Michela Moramarco –
I Moca sono tornati, nella seconda estate pandemica, con un disco che si intitola “Oplà vol. 2”. Si tratta di un’evoluzione artistica che ci raccontano di seguito.
“Oplà vol.2” è il completamento del vostro percorso iniziato con “Oplà vol.1”. Si tratta di opere eterogenee ma che contrassegnano uno stile riconoscibile per il progetto MOCA. Com’è andato il complessivo processo creativo?
La natura eterogenea dei sedici brani presenti nei due volumi di “Oplà”, è il risultato dei diversi processi creativi che hanno portato alla realizzazione dei brani.
Alcune volte abbiamo lavorato tutti insieme in un vero e proprio brainstorming, altre volte abbiamo rielaborato idee che aveva avuto inizialmente uno di noi.
Non abbiamo ancora una vera routine compositiva, quello di cui però siamo certi è che non c’è niente di più divertente di passare una giornata di musica tutti insieme, tornare a casa e riascoltare la prima bozza di un nuovo pezzo.
Probabilmente la vostra direzione da seguire è proprio quella di non seguire nessuna direzione precisa: è una consapevolezza che avete già fatto vostra? In che modo?
In qualche modo parlare di consapevolezza potrebbe essere fuorviante, ovviamente non vuol dire che viviamo nell’ingenuità più totale, però dal nostro punto di vista la creazione di un pezzo non è qualcosa di così facilmente incasellabile o definibile a priori.
Se si sente la necessità iniziale di dire qualcosa si porta avanti un’idea di brano, il risultato finale potrà chiaramente essere diverso dall’ultimo pezzo appena scritto, il punto è che per noi le cose possono benissimo coesistere e non influenzarsi negativamente.
“Cuocersi” è il brano dell’album in collaborazione con Frambo. Com’è andata?
Lavorare con il nostro fratellino Frambo è stata una vera figata.
In un pomeriggio abbiamo buttato giù lo strumentale e le parti di voci del ritornello, il giorno dopo Frambo aveva già completato le strofe, è stata una cosa uscita totalmente di getto, spontanea.
Allo stesso tempo ci ha permesso di uscire un po’ dalla nostra comfort zone, sperimentare nuove sonorità ed interfacciarci con persone nuove durante il processo creativo, che è una delle cose più belle di questo lavoro.
Con quali artisti emergenti italiani vorreste condividere la scrittura di un brano?
Si potrebbe fare tanti nomi, però sarebbe interessantissimo collaborare con artisti come Joan Thiele o Elasi che sono sicuramente tra le avanguardie della scena nazionale.
In generale comunque sarebbe bellissimo inserire nei nostri brani una voce femminile, quindi speriamo in futuro di poter fare un feat con qualche cantante emergente!
Che ne pensate della realtà dei talent show musicali?
Servono a velocizzare dei processi, ma non sono fondamentali.
Non sono realtà da disprezzare in toto, chiaramente in tutti i vari programmi si possono trovare artisti validi, che hanno effettivamente qualcosa da dire (si pensi solo alla nostra compagna di viaggio, cmqmartina).
Troppo spesso però questi show sembrano creare dei fuochi di paglia, o meglio degli incendi di paglia, destinati comunque a spegnersi presto.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Suonare, scrivere musica, incontrare gente sotto il palco in giro per l’Italia, fare tardi la sera o presto la mattina, ridere, ballare e vivere la vita senza ripensamenti.
Grazie!
Grazie a tutti i ragazzi di Exitwell, un saluto a tutti dai Moca!