– di Martina Antinoro –
Miriam Ricordi, classe 1990, è uscita il 7 gennaio con il suo secondo album “Cibo e Sesso”, prodotto con l’etichetta Rodaus di Andrea Rodini. Il disco vuole parlarci di cibo e sesso, due bisogni naturali e vitali, che vengono trattati seguendo un doppio filo narrativo: da un lato vi è un focus sul giudizio sociale nei loro confronti, tanto che anche Miriam, a tal proposito, dice: “Il piacere legato a entrambi oscilla da sempre tra libertà e repressione, tra pulsione e controllo”; dall’altro, l’artista porta avanti una metafora continua tra cibo e sesso basata principalmente sul fatto che: “La soddisfazione dopo entrambe le attività dimostra quanto esse agiscano sia nella pancia che nel cervello”.
Le due tracce che sono state scelte per lanciare “Cibo e Sesso”, costituiscono un’ottima esemplificazione di questa doppia narrazione. “Siamo sordi davvero” è un brano di denuncia verso la frivolezza e la leggerezza che attanagliano la nostra società: siamo immersi in un contesto sociale che non è onesto neanche quando deve rispondere ad un “Come stai?” e, dall’altra parte, nemmeno il nostro interlocutore è in grado di cogliere ciò (o forse non vuole farlo). Dietro alle convenzioni sociali si nasconde una sordità universale, che passa dalle piccole cose fino ad arrivare ai grandi temi come la libertà sessuale, argomento che Miriam tratta puntando il dito verso frasi standardizzate omofobe come “Le famiglie arcobaleno mi spaventano”. Infine l’artista esprime la sua paura verso quelle tappe prefissate dei corsi di vita, che tutti siamo portati a seguire, come se quella fosse l’unica strada possibile per ogni essere vivente: la cantautrice denuncia quindi tutti quei meccanismi sociali che ci portano ad essere sordi nei confronti degli altri, ma anche di noi stessi.
“Mi esplode la testa” è invece la traccia manifesto dell’album: Miriamo Ricordi, per l’appunto, canta “L’essenziale per saziarmi è cibo e sesso”. La cantautrice si lascia trascinare dall’amore, dalla passione, e bloccata in una situazione di assoluta libertà, si lascia travolgere da tutti i bisogni primari, vitali, che, chiusa in una camera, non sono soggetti al giudizio altrui: in amore il tempo perde ogni relazione causale e si può passare da amare ad odiare in un secondo.
Quest’ultima traccia, grintosa e travolgente, apre uno spiraglio per sottolineare la qualità dell’accompagnamento rock presente in “Cibo e Sesso”. Dopo una cena che l’artista ha definito “esagerata”, Miriam e la sua band di supporto (composta da Matteo Teodoro, Valerio Camplone e Luca Ricordi) hanno deciso di registrare dal vivo la sezione ritmica, per restare fedeli all’importanza che danno alla musica dal vivo.
Vivere una vita al limite, un’esistenza in cui ogni pulsione e ogni piacere vengono soddisfatti, porta gli individui a nascondere ciò ad una società ricolma di giudizi e stereotipi. Miriam sfida questo presupposto con una certa arroganza, raccontando in “Pronto Dottore” i suoi eccessi al suo medico. Gli parla senza filtri, ammettendo i suoi vizi a colui che, per il suo ruolo, dovrebbe curarci: eppure dietro a quel tono spocchioso, a quell’atteggiamento di sfida, si può percepire una piena consapevolezza di sé, in cui pensa a “godere senza offendere nessuno”. Quest’attitudine di Miriam a spingersi sempre al limite ci viene raccontata meglio in “Vieni a provare”. La cantautrice parla di sé stessa come un’irrequieta, che ha “fame di diversi stimoli” e, di conseguenza non riesce a fermarsi. È lei stessa a dire che ciò che la spinge è “godere senza rosicare, rischiare fino a farsi male”.
“Cibo e sesso” è attraversato da un tema universale: l’amore. Per Miriam Ricordi, il luogo perfetto per spiegare l’amore è “Venezia”, una città che, come due amanti, nasconde la verità nei suoi vicoli ed è bella anche se sembra finta. La cantautrice canta prevalentemente amori dolorosi e finiti, quelli che ti lasciano le “Ossa rotte”. Questa traccia, sicuramente il brano più impegnato dell’album, racconta di questo amore complicato e difficile, quel sentimento che lascia il segno e che porta anche Miriam a mettere da parte l’arroganza. L’artista non sfida l’amore e il dolore, ma li comprende, li lascia entrare, vivendoseli a pieno e restando sempre consapevole delle conseguenze. Di fatti, lei stessa in “Tutto al suo posto” ci parla di questa relazione che è finita proprio perché lei l’ha vissuta consapevole del fatto che non sarebbe durata, ma, al termine, si è resa conto del valore di chi ha perso e soprattutto di quanto non si sia data la possibilità di vivere a pieno questo amore.
L’incertezza è ciò che ha distrutto l’amore di “Tutto al suo posto”, una condizione che pervade la vita di ogni persona e soprattutto di ogni giovane. Siamo incerti riguardo al presente e riguardo al futuro, ma lo siamo anche perché camminiamo con i piedi di piombo, sottoposti al continuo scrutinio altrui. In realtà, “Cibo e Sesso”, insieme all’arroganza dell’artista, dovrebbero spingerci a vivere in maniera più irriverente, così da poter essere liberi di seguire le nostre pulsioni. La ricetta per fare ciò ce la regala Miriam in “Metabolismo”: dobbiamo digerire la verità, condendola con cinismo e un po’ di fantasia.