– di Michela Moramarco –
Narrazione significa esporre in maniera obiettiva un fatto. Ma non è sicuro che questa affermazione, nel XXI secolo sia ancora valida. Cronaca nera e musica leggera è il nuovo EP dei Ministri che, oltre a segnare un ritorno tanto atteso della band, racconta in quattro brani le sfumature sempre più opache che la parola “narrazione” assume oggi giorno.
Il genere umano resta un grande appassionato della narrazione, il problema è che non sa più in quale narrazione credere. E la crisi individuale che ne deriva si può definire come “Peggio di niente”. Ed è con questo titolo molto eloquente e quasi provocatorio (cosa c’è peggio del niente?), i Ministri hanno anticipato il loro EP per avviare un racconto che induce alla riflessione.
Riflessione che si orienta sull’importanza della coerenza in una narrazione, che a fronte di una crisi interiore clamorosamente rovinosa, risolve in dicotomie che stanno però perdendo di attualità.
Nel brano “Bagnini”, dai toni ironici ma non troppo, la band milanese parla proprio di quel “credere di aver capito il mare” e invece si aveva capito male. Dunque, in un mare di informazioni, di stimoli derivanti dalla società, è facile perdersi e fraintendere.
Ma allora la narrazione della coerenza è stesa sui binari o è il treno che percorre la verità?
Federico Dragogna afferma a tal proposito: “Di verità ce ne sono tante. La questione adesso è come far convivere realtà o gruppi in senso ampio, nello stesso mondo; come far convivere le loro verità. Inoltre, la questione è come portare avanti una società con queste divisioni”.
Il problema dell’essere disorientati davanti agli innumerevoli modi di raccontare la verità o del proporre una “notizia falsa, ma regolamentare”, inizia a essere reale. E a questo proposito continua l’artista: “La cosa paradossale è che questa crisi della verità non sta generando una cultura del dubbio, o della sospensione del giudizio, bensì stia generando tantissimi fronti, ognuno incredibilmente convinto della propria verità”.
Stiamo diventando presunti ottimisti o presuntuosi pessimisti?
In ogni caso, l’ascolto di Cronaca nera e musica leggera continua col brano “Inferno”, che esplora i territori del coraggio e di un immaginario capovolto in cui neanche il progresso risulta più interessante.
E si giunge poi al brano omonimo dell’EP, un titolo pe(n)sante come può risultare la cronaca, nera; ma anche un titolo leggero e non superficiale, come la musica. Cronaca nera e musica leggera è una critica al sistema che ci vuole tutti ambiziosi ma realisti, preparati ma non pronti. Insomma, mediocri. Incapaci di fare caso a promesse e scommesse che si perdono in una narrazione dell’incoerenza e dell’incomprensione.
Incomprensione che viaggia sul binario di ciò che si legge e di ciò che si crede ci poter capire. per concludere con le parole di Federico Dragogna: “Ognuno si sente in dovere di scrivere qualcosa, ma non c’è pazienza sui testi. Non ne deriva una discussione. Pensiamoci: quanto pesa un titolo rispetto all’articolo stesso?”
L’unica narrazione vera, forse, è quella in cui si crede.