– di Michela Moramarco, Martina Rossato
Martina Zaralli e Giacomo Daneluzzo –
Meeting degli Indipendenti 26: pronti, ripartenza?
– di Michela Moramarco –
Il MEI – Meeting degli Indipendenti è giunto quest’anno alla ventiseiesima edizione, quest’anno dedicata al quarantesimo anniversario dalla scomparsa di un grandissimo artista: Rino Gaetano. Noi di ExitWell abbiamo partecipato, ognuno col proprio ruolo, per contribuire alla realizzazione dell’evento.
Questa edizione è stata definita anche “Anno Zero”, dato il significato simbolico che porta, legato a un’idea di ripartenza e di resilienza verso un contesto musicale nazionale che non vuole porsi dei limiti.
Il MEI è un evento storico, dal 1995 racconta la musica indipendente e la musica alternativa. Quest’anno, organizzare un evento simile è stato complesso, data la situazione (post?) pandemica.
Ma in ogni caso si è trattato di un momento di grande condivisione e collettività, in cui ogni artista e ogni addetto ai lavori, ogni componente del pubblico, si spera, si sia sentito parte di una grande comunità, unita dagli stessi valori in nome della buona musica.
Personalmente ho avuto la possibilità di condurre, parzialmente, il Palco Giovani, su cui si sono succeduti numerosi artisti di grande talento. È stato un onore per me essere su quel palco, in quanto mi sono ritrovata in un contesto live dopo tanti momenti di musica vissuti attraverso uno schermo.
Ma questa è un’altra storia.
Di seguito un riassunto di quel che è successo, per provare a rivivere i momenti e le emozioni di questo “MEI 26”, nella cornice della splendida città di Faenza.
I Premi del MEI
– di Martina Rossato –
Ed è in questa cornice che sono stati consegnati i celebri premi del MEI ad alcuni degli artisti protagonisti. Si è trattato non solo di premi storici, legati alla tradizione del Meeting, ma anche di altri premi, di recente ideazione. Sabato 2 ottobre si è potuto assistere alla premiazione di Irene Grandi: l’artista ha ricevuto il Premio Radio Rai Live per l’originalità del suo tour estivo. Il premio le è stato consegnato da Cristina Zoppa, di Rai Radio Live, sul Palco Centrale, grande palco situato nella Piazza del Popolo di Faenza.
Lo stesso giorno è stato assegnato a Francesco Bianconi il Premio Miglior Esordio. Francesco Bianconi è infatti lo storico leader e frontman dei Baustelle, dal 1996, ma ha fatto il suo esordio da solista solo nel 2020 con l’album “Forever”. Il cantautore si è esibito, per l’occasione, con una serie di brani tratti dal disco in un arrangiamento minimale e toccante, chiudendo l’evento con una reinterpretazione di “Bruci la città”, famosissimo brano interpretato originariamente proprio da Irene Grandi, collega e amica di Bianconi, con la quale l’artista ha scritto questo pezzo (oltre a un’altra celebre canzone di Grandi, intitolata “La cometa di Halley”) e che era presente una ventina d’anni fa, insieme ai Baustelle, proprio in occasione del MEI.
Presso il Palco Nenni, fuori dall’omonimo teatro, Iosonouncane è stato invece premiato da Riccardo De Stefano. L’artista si è aggiudicato il Premio Miglior Disco dell’Anno per il suo ultimo album “IRA”. «Mi viene da dire grazie. Io credo di aver fatto una cosa banale: ho scritto della musica, l’ho registrata, l’ho arrangiata e l’ho pubblicata», ha affermato l’artista. «L’unica cosa stramba che ho fatto è stata fare tutto ciò a prescindere dagli esiti commerciali delle mie canzoni, ma è quello che ci si dovrebbe aspettare da tutti gli artisti», ha continuato Jacopo Incani (questo il vero nome del cantautore).
Nella stessa serata è stato premiato anche Lorenzo Kruger, già frontman dei Nobraino, come Miglior Artista Romagnolo 2021. Kruger si è fatto notare – come suo solito – per la sua eccentrica e simpatica personalità.
Il PIMI 2021 come Artista Indipendente dell’Anno è stato consegnato ad Amerigo Verardi, che a febbraio ha pubblicato il suo quinto lavoro in studio, “Un sogno di Maila”; l’artista si è poi esibito sul Palco Centrale. Il PIVI è andato invece a Salvo “Zavvo” Nicolosi e al suo collettivo di videomaker Ground’s Oranges per il videoclip di “Musica leggerissima” di Colapesce e Dimartino.
A cmqmartina è stato consegnato invece il Premio Giovani MEI-ExitWell, alla cui premiazione è seguita un’energica esibizione della giovane artista, Martina Sironi al secolo, che ha cantato alcuni dei brani che hanno portato la sua musica alle orecchie del grande pubblico, tratti dal suo ultimo lavoro in studio “DISCO 2”.
Il Palco Giovani
– di Martina Zarali
e Giacomo Daneluzzo –
Piazza della Libertà è stata il cuore pulsante della musica emergente italiana: dal 1° al 3 ottobre, infatti, una kermesse di oltre cento artisti (tra solisti e gruppi) ha scaldato il Palco Giovani, un palcoscenico pensato e voluto per dare concreta possibilità alle nuove proposte musicali di farsi conoscere al pubblico.
Quando abbiamo chiesto cosa si provasse a suonare dal vivo la propria musica, la risposta è stata per tutte e tutti la stessa: una grandissima emozione. E non solo per gli artisti, ma anche per lo staff e per tutte le persone che, in platea o sulla scalinata all’ombra del Duomo, non hanno rinunciato a un solo secondo di canzoni. Un’esperienza di tre giorni calda, caldissima, fatta eccezione per la breve pausa dovuta alla pioggia di sabato sera. A questo proposito Leonardo Angelucci, artista invitato a esibirsi presso il Palco Giovani, che quando ha iniziato a piovere ha intrattenuto il pubblico con le sue canzoni sotto il portico dietro al palco, esibendosi in acustico, si è espresso in questi termini quando l’abbiamo intervistato: «Lo spirito del MEI non è cambiato, in questi anni. L’istinto, con la pioggia, di mettersi sotto al portico a suonare per le persone che si stavano riparando rappresenta il nostro spirito, quello di non mollare, di cercare sempre di “salvare il salvabile” e ripartire alla grande, per avere una nuova stagione musicale e creativa, ancor più grande di quella precedente».
E infatti il sole ha brillato sui ritrovati momenti di condivisione sociale. Il Palco Giovani, infatti, è stato la prova di cosa ci sia mancato di più in questa lunghissima pandemia: incontrarsi nella musica, con la musica.
Per Letizia Beate, giovanissima vincitrice della ventiquattresima edizione del concorso “Voci d’Oro” con il suo singolo “Chimera”, era il primo “vero” concerto. Ci ha raccontato di essere molto soddisfatta e contenta di quest’esperienza e, in merito al suo “ingresso” nel mondo della musica a livello professionale, ci ha detto: «È una cosa che mi rende molto felice, però mi rendo conto che il percorso è molto lungo e molto difficile. Intanto vedo come va e non mi monto la testa, però sono molto contenta: è il mio sogno e vedere che qualcosa si sta finalmente muovendo mi riempie il cuore».
Faenza, in questi giorni, è stata il centro dell’Italia, il punto focale della musica nostrana: la line up del Palco Giovani ha convogliato nella splendida cittadina romagnola musicisti, cantanti e cantautori da ogni parte del paese; chi arrivava in treno, chi in auto, ogni partecipante porta con sé un ricordo speciale di quest’occasione: i Santamarya venivano da Viterbo, Leonardo Angelucci, Galil3o e Avincola da Roma, Nuvolari da Piacenza, Le Canzoni Giuste da Pescara, Federico Baroni da Rimini, Ognibene da Modena, Melga da Taranto, Ganoona da Milano.
Tra gli artisti più noti che si sono esibiti sul Palco Giovani troviamo Simone Avincola, che ci ha fatto ascoltare qualche brano dal suo ultimo lavoro, “Turisti”, disco che contiene anche il brano con cui ha partecipato allo scorso Sanremo, “Goal!”. A proposito della sua partecipazione al MEI, Avincola ci ha raccontato: «Suonare a un festival è sempre più “stressante” rispetto a un concerto. È bello, bellissimo, perché è sempre una nuova esperienza, ma devi riuscire a farti ascoltare anche da persone che non ti conoscono, scegliendo i pezzi che funzionano di più, che ti rappresentano meglio, creando una dinamicità tra un pezzo e l’altro: c’è il brano più trascinante, quello più malinconico… Insomma, un miscuglio».
La headliner del nostro amato Palco Giovani è stata Federica Messa, in arte Mèsa, cantautrice simbolo del panorama indipendente italiano che ha recentemente pubblicato il suo secondo disco, intitolato “Romantica” e che ci ha raccontato che la sua attività live era ferma da due anni, prima di questo concerto, e che «per me, per Federica, a livello personale ricominciare è importantissimo: devo rimettermi in forma e sentirmi di nuovo a mio agio sul palco. È andata molto meglio di quanto immaginassi, la vibe è stata positiva!». Ci ha anche parlato del mondo della musica alternativa in Italia: «Decidere di intraprendere questo percorso nel mondo indipendente è una cosa tosta. Significa scegliere di fare “la cosa tua” e di restare fedele a te stessa, sempre. Per quanto mi riguarda, però, è l’unica cosa che potrei fare».
È bello avvertire in modo tangibile la passione e l’amore per la musica che chi ha scritto l`articolo riesce a trasmettere. Non manca neanche l’entusiasmo e la competenza per tale settore della musica che va sempre più occupando un posto importante nel panorama musicale. Ancora complimenti.