Due “nuovi” brani per Mauto, due nuove scritture che arrivano al pubblico grazie anche a due nuovi video che presentiamo a seguire. E anche la parola “nuovo” trova una dimensione tutta strana perché in fondo “Le mani nel vento” è qualcosa che avevamo già conosciuto con il disco “Il tempo migliore” e che qui trova una sua ragion d’essere con l’uscita che cade proprio nel giorno della lotta mondiale alla malattia del morbo di Parkinson. Ma il vero “nuovo” arriva poi con “La tua rivoluzione”, brano che prende a piene mani da quella meravigliosa canzone che è “Talkin’ About Revolution” di Tracy Chapman e che qui il cantautore romano riscrive e codifica per la propria rivoluzione. E di nuovo Mauto ci regala una verisone acustica ed una prodotta che completano un immaginario 45 giri che troviamo ovviamente dentro i principali canali digitali. C’è tanto da dire. La bella musica italiana, nuova s’intenda, non è solo quella che accarezza le mode e le contempla. Il peso lirico e poetico ha sempre un posto importante dentro i nostri ascolti, anche quanto virano a loro modo dentro le trame del pop radiofonico.
Due canzoni importanti, di sicuro per la tua vita. Se non sono invadente: posso chiederti che rapporto ti lega alla malattia che canti in “Le mani nel vento”?
Con questa canzone ho provato ad esprimere la mia vicinanza a chi combatte ogni giorno contro la grande paura che nasce da questa malattia, e si trova così a dover affrontare, spesso in solitudine, ostacoli non solo fisici. Così ho voluto trasformare il tremore delle mani nella carezza del vento che lega la storia di due persone e che attraverso l’amore, possono riuscire a superare le difficoltà.
E invece a Tracy Chapman? Cosa ti lega a lei e alla sua canzone?
Ho sempre amato questa canzone, sin dai tempi in cui uscì. MI ricordo che ascoltavo questo testo su questa musica quasi ipnotica e ne rimasi folgorato. A distanza di tanti anni ancora mi fa lo stesso effetto, per il significato che ancora porta con sé: parlare di rivoluzione in un tempo in cui sembra non essercene bisogno, dove tutto è appiattito dal conformismo dell’apparire, confrontarsi, e trovare una strada comune sulla quale correre insieme: ecco questi sono messaggi che mi fanno ancora sperare per il futuro, con una canzone del 1988.
In generale, cosa lega un cantautore alle sue canzoni? La loro nascita o la loro vita dopo la scrittura? Domanda difficile credo…
Penso che entrambi siano aspetti che per sempre ci lasciano legati ad esse. Da una parte, quando una canzone nasce, in un momento così intimo e personale, resta in un confine di tempo e di spazio, quasi a proteggere la sua nudità; ma poi, una volta aperta la porta, trova la sua vita e ragione di essere fuori dallo stesso posto e momento in cui è nata e comincia un viaggio che nessuno sa ma pur lontana avrà sempre un filo sottile che la riporta a casa, con le stesse sensazioni della prima volta: la meraviglia è anche
questa…
Se ti chiedessi di un’immagine che lega assieme questi due brani? Un’immagine, un colore… un nome…
La luce, la voglia di riaprire le finestre e scoprire dietro un grande sole, una giornata tersa, dopo il buio delle imposte chiuse a forza: nonostante le difficoltà, un motivo per ricominciare, sempre.
Domanda canonica che non possiamo assolutamente perdere: qual è la vera rivoluzione per Mauto? Cosa davvero ha senso di essere cambiato? E come? Se ripenso a “Il tempo migliore – Acustico” trovo che questa domanda porti con se davvero tanto senso…
“Scegliere da che parte stai” (come dico nel testo de “La tua rivoluzione”), decidere se è giusta la strada che stiamo facendo, fare in modo che tutto si rivesta di nuovo; qualunque gesto, azione o pensiero ci porti in questa direzione è per me l’inizio di un
tempo migliore.