Disco con tutti gli attributi al posto giusto quello dei veronesi Masons. Da tempo, nella parte ovest del Veneto, il nome di questa band circola con fluidità. I loro live, a cui ho assistito in un paio di occasioni, rendono giustizia solo in parte al materiale confluito in questo esordio, ottimamente registrato da Luca Tacconi ai Sottoilmare Studios di Povegliano (Vr). Il risultato della supervisione di Tacconi è che l’amalgama del giovane quintetto risulta essere ancor più coinvolgente (e convincente) di quanto avviene in concerto. Se ne è accorta la Vaggimal Records, etichetta veronese che, per l’occasione, ha piegato la sua vocazione folk in favore del prog-rock – con multiple strizzate d’occhio al pop di qualità – proposto dai Masons.
La forza del gruppo risiede nella spontaneità dei brani, sempre incentrati su una forma canzone masticabile dal grande – diciamo medio, visti i tempi – pubblico. Oltre alle capacità tecniche più che buone, i Masons dimostrano di avere la lucidità necessaria per non trasformare le creazioni in accozzaglie di virtuosismi. Esempio calzante è la splendida “Gunpowder”, dove la voce di Guglielmo Tosi ricorda la vocalità di Andrè Matos degli Angra nel periodo Holy Land. Una canzone ariosa, come le altre otto. Tutte ben caratterizzate da capacità adeguate al genere proposto, con qualche melodia tastieristica alla PFM (“Cookin’ on behind you”), atmosfere sensuali (“I wanna kill your man”) e dissertazioni soliste ben congegnate, atte al raggiungimento di un risultato unitario e ben preciso: creare belle canzoni.
Francesco Bommartini