A fare un bel miscuglio di ciò che di meglio l’Inghilterra ha regalato al mondo (musicalmente parlando) in questi ultimi anni, è un ragazzo abruzzese. Sarà perché l’esterofilia degli italiani nei confronti della terra albionica è un fatto di lunga data. Ma forse anche perché, come accade nella vita vera, i lati migliori di una cosa vengono sempre colti meglio da un occhio esterno. Ed ecco così spiegato perché questa lodevole raccolta dei suoni che hanno caratterizzato il pop britannico negli ultimi dieci anni, non poteva che venire da sapienti mani straniere. Le mani di cui stiamo parlando sono quelle di Marco Mestichella, mangiaspaghetti come noialtri, emigrato in una London un tempo swinging . Il disco, invece, è Tales Of Falling Walls, uscito già in copia fisica e presto disponibile anche sull’Internet. Noi di Exitwell avevamo già avuto il piacere di intervistare Mestichella in occasione della release del disco. Adesso ne approfondiamo la conoscenza, recensendo il suo album.
Tales Of Falling Walls è tutto il contrario di tutto. Parla di muri che cadono, in un’epoca in cui, piuttosto, si erigono. E lo fa, per di più, passando da un sound all’altro con una facilità disarmante. In questo senso e con notevole ambizione (consapevole oppure inconscia), il disco rappresenta una sorta di piccola enciclopedia del pop britannico degli ultimi dieci anni, un vademecum per chi negli ultimi due lustri avesse abitato su Marte e volesse recuperare il tempo perduto. Ci si trova di tutto, dalle ballatone malinconiche alla Adele (“Truth”, “I Never Meant To Hurt You”), alle bizzarre liaison a metà fra Arctic Monkeys e Amy Winehouse (“Fire Burnt”), passando per il garage più glamour (“Velvet Silky Boy”), le divagazioni da boy band al singolare (“Disclosure”) e le oscurità fumose del clubbing (“Heaven”). Il tutto tenuto insieme da una buona cura dei suoni e da isterie psichedeliche che si annidano in giri melodici e evoluzioni molto spesso inaspettate.
Il lavoro di Mestichella, in fin dei conti, non è altro che una grande dichiarazione d’amore. Una dichiarazione d’amore nei confronti della terra che lo ha adottato, l’inghilterra. Ma non mancano i difetti, perché così come Londra, da madre generosa, può trasformarsi tutt’a un tratto in una grigia prigione, così anche il pop d’oltremanica, se pur così catchy, alle volte può rivelarsi un limite. L’unica vera pecca dell’album di Mestichella è proprio questa: quella di essere un disco così eclettico da mettere in ombra la personalità dell’artista. Se è pur vero che filologicamente ci troviamo di fronte a un album perfetto, è anche vero che Mestichella non ci dice niente di fondamentalmente nuovo e che prima o poi, nella musica così come nella vita, bisogna scegliere chi essere e la propria cifra stilistica, senza saltellare da una cosa all’altra. Questo, Mestichella lo sa bene e di tempo per crescere ne ha in abbondanza. Nel frattempo ci teniamo questo Tales Of Falling Walls e ce lo gustiamo con calma come un bel bicchiere di Gin.
Di seguito, ecco un’anteprima di “Truth” e di “I Never Meant To Hurt You”, due brani estratti da Tales Of Falling Walls: