FRAGILE è il nuovo singolo di MANFRI, in uscita il 9 aprile in distribuzione Artist First. Manfri è il progetto solista del giovane cantautore Manfredi Grigolo, iniziato con la pubblicazione dei singoli Rimedio, Moët e Stanza, capaci di collezionare quasi mezzo milione di stream su Spotify.
Fragile è un brano che parla della condizione fisica al momento in cui si affronta la separazione da una persona. Nei minuti della canzone si riassume un’intera relazione raccontata fra passato, presente e futuro. Impressioni ed episodi fluttuano all’interno del testo, che non è altro che un flusso di pensieri, lo stesso che pervade la mente al momento della rottura. Manfri racconta vere e proprie immagini che riassumono stralci di vita vera, ora lenta, ora veloce, ora più triste ora più felice, metamorfica. Questo concetto viene anche riassunto dalle atmosfere musicali del singolo, che alternano approcci ritmici ad altri più melodici e fluidi.
Ecco cosa ci ha raccontato!
Chi è Manfri quando non suona?
Manfri è semplicemente un ventenne di provincia: ama l’arte, la natura e stare in compagnia, è una persona molto più semplice di quanto non possa sembrare all’apparenza.
Fragile è un pezzo autobiografico? Cosa ci puoi raccontare a riguardo?
“Fragile” è una raccolta di sprazzi di vita ed episodi che fluttuano all’interno del pezzo; sono la carrellata di ricordi che si rivive al momento della separazione dopo una storia importante. Fragile è lo stato di precarietà che si ha quando bisogna ricominciare a stare in piedi solo con le proprie gambe.
Esiste una scena toscana in questo momento? Chi ne parte?
Non sono sicuro di poter parlare di una scena Toscana concreta, devo comunque ammettere che nell’ultimo periodo mi sono imbattuto in tanti emergenti promettenti del mio territorio, ma penso che in Italia in generale stiamo alzando lentamente l’asticella.
Ti ricordi ancora in quale momento hai scritto il pezzo?
La melodia del ritornello mi è venuta in mente in maniera completamente random, sono dovuto correre al pianoforte per stendere subito gli accordi. Il mood un po’ malinconico si sposava perfettamente con il mio stato d’animo corrente, ero in un periodo in cui sapevo che avrei dovuto fare delle scelte da un punto di vista sentimentale. La frase “Tu non mi agitare, addosso ho scritto fragile” riusciva in breve a spiegare perfettamente ciò che sentivo; non è stato difficile capire quale sarebbe stato il titolo adatto a questa canzone.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali? E da dove trai ispirazione per le tue venature RnB e Soul?
Per quanto riguarda il panorama italiano Venerus è stata una figura importante per la maturazione di uno stile che potessi chiamare propriamente mio, e direi anche che questo processo è ancora in corso. Il mio lato soul è innato al momento in cui stendo le melodie di un pezzo; possiamo dire che rappresenta direttamente il mio gusto personale ed è intrinseco nella mia maniera di fare musica.
Come stai in questo momento?
Mi sento bene, dopo tanto tempo finalmente torno a pubblicare musica, e se con i primi pezzi stavo “sondando il terreno” per capire quale fosse la direzione più giusta per me adesso so cosa voglio realmente. Emotivamente parlando ho chiuso una relazione molto importante poco fa, quindi direi che in questo momento mi sento confuso… un po’ “Fragile”, però sono queste le emozioni che scaturiscono in me la voglia di scrivere quindi da un lato cerco di trarne vantaggio.