Un disco pulito, semplice, di suoni suonati, di poco altro proveniente dalla tecnica. La scena partenopea non è nuova ad una canzone nuova che in fondo resta ancorata alla sintesi… alla semplicità. Mancino, ovvero Ivo Mancino, che arriva dai Campi Flegrei, ci regala un disco come “L’allergia alle cose che ho amato” uscito per Disordine Dischi. E noi navighiamo a vista, potente in questa voce quando cerca le forti dinamiche, sicuro e industriale il modo quando cerca un pop da cassetta, evocativo quando si rende acustico e senza troppe ridondanze.
È un disco pulito. Non so se si lascia capire quel che cerco di dirti. È un disco sincero e trasparente. Non ci sono maschere. Ne sei cosciente?
La sincerità credo che sia il pilastro portante della mia vita. Non posso parlare o non posso scrivere di falsità. La sincerità sta nell’essere vero, autentico. Tutto quello che scrivo si basa su quello che provo, sul mio vissuto ovviamente tutto viene filtrato e viene rielaborato nella scrittura e nel suono. Tutto viene reso più chiaro, più fruibile .
Parlando di suono: sono tanto in errore se ti dico che dentro questo disco c’è tantissimo blues?
Sì, c’è tantissimo Blues, anche grazie all’amore per la chitarra che ho, grazie a chitarristi blues come Stevie Ray Vaughan,Pino Daniele che chiaramente mi ricollega alla canzone napoletana,Tommy Emmanuel,Frusciante per citarne alcuni. È una sfumatura che è sempre presente nel mio approccio alla musica.
E dunque arrivo a dirti che per me “Una verità” è forse il vero manifesto di questo disco. Che dentro queste canzoni hai messo su la verità che non riesci a dire nella vita di tutti i giorni?
Una verità è nata in dieci minuti ed stata la genesi di questo progetto. Può essere un manifesto soprattutto contro le convenzioni. Cioè credere che le verità siano degli standard, dei luoghi comuni. La verità spesso è abusata, deformata,alterata a nostro piacimento,a volte per denigrare e allontanare ,quando invece ci dovrebbe unire nel bene e nel male segnare nuove strade da percorrere,nuove emozioni.
La verità rompe l’ordinario, ci mette a nudo.
La si riconosce nei gesti,nei modi d’agire e di fare come dico nel testo .
Questo è lampante con chi ci è più vicino quotidianamente che basta un buongiorno per far trasparire il nostro stato d’animo.
Per la scrittura di questo disco, quanto devi alla tua terra, al tuo mare, al teatro che c’è ogni giorno in quei luoghi?
La terra da cui arrivo è arsa dalla cultura mi ha formato e temprato. Mi sento tufaceo. Io amo i Campi Flegrei.
Il magma penso che ce l’abbiamo proprio nel sangue. La mia terra mi esorta a restituire nell’arte la sua bellezza e il suo bollore,ne sento il dovere respirandola. Devo tanto sicuramente al teatro a l’arte che ho trovato qui ,che mi ha aperto la visione ad un mondo nuovo. Poi sicuramente vivere accanto al mare aiuta sempre,averlo vicino è una ricchezza per l’animo, inoltre la mia famiglia ha sempre lavorato sul mare navigando. Io invece ho scelto di lasciarmi ispirare.
E sbaglio nel dirti che questo disco viene fuori da un suono acustico chitarra e voce?
Compongo principalmente con la chitarra ma in questo disco qualcosa è nato anche al piano,sempre suoni acustici. Il processo creativo per me è un momento molto intimo.Ciò che suono e scrivo non so bene da dove risalga,mi è chiaro il sound,le immagini che voglio creare,poi elaboro. Volendo fare un gioco di parole i strumenti a corda legano il tutto.
Le chitarre sono le mie migliori amiche.