– di Vincenzo Gentile –
Nuovo lavoro in studio per Maldestro intitolato Mia madre odia tutti gli uomini. Un album vivo. Vero. Dopo la parentesi Sanremo, Antonio apre ancora di più le sue braccia, pronte ad accogliere chi sa ascoltare, percepire, assaporare tutta la sua profondità.
Un viaggio che per ogni tappa cambia veste, colore, stile. Ogni traccia (sono 10) racconta in modo diverso un frammento della vita “tenera e violenta” di Antonio. I brani sono veri e propri fiori, ricchi di petali. Ogni petalo è un suono diverso e diverte provare a intuire e riconoscere gli strumenti, bilanciati e armonizzati elegantemente.
Un’onda dolce e travolgente arricchita senz’altro dall’aiuto del sound designer Taketo Gohara. Si riconosce il suono, ma soprattutto la voce, roca e profonda, densa di emozioni. Una voce che piano piano rompe il muro della riservatezza per aprirsi sempre di più a un pubblico che molto probabilmente sarà pago già al primo ascolto.
Maldestro non è pop, non è indie. Maldestro è Maldestro, in tutto il suo essere Antonio.