– di Giacomo Daneluzzo –
Eccoci qua, alla settantaduesima edizione del Festival di Sanremo, ed ecco il duo che negli scorsi mesi ha generato più hype: Mahmood e Blanco – che fino a poco fa era rigorosamente scritto in maiuscolo, BLANCO, ma va be’, spiegare queste cose alla Rai e ai media mainstream è troppo complicato. Alessandro Mahmoud e Roberto Fabbriconi, questi i veri nomi degli artisti, hanno generato interesse già dall’annuncio di “Brividi” in gara a quest’edizione di Sanremo.
E hanno soddisfatto le aspettative: “Brividi”, prodotta da Michelangelo, produttore fisso di Fabbriconi che suona il pianoforte durante l’esibizione, è un brano abbastanza sanremese ma originale, capace di unire davvero due stili diversi e complementari come quelli di Mahmood e Fabbriconi. Se i venti saranno favorevoli, “Brividi” ha assolutamente tutte le carte in regola per vincere Sanremo – lo scrivo ora e scripta manent, comunque debba andare.
Mahmood è già noto al pubblico di Sanremo, avendo vinto il Festival nel 2019 con “Soldi”, ma rispetto al suo esordio lo ritroviamo più consapevole e sicuro di sé, ricoprendo il ruolo di “fratello maggiore” e mentore del giovanissimo Blanco, che deve ancora compiere diciannove anni ed è visto come una sorta di promessa (e scommessa) del nuovo cantautorato italiano; quest’ultimo è un ragazzo sicuramente talentuoso, che fa della spontaneità e dell’energia comunicativa il suo punto forte, pur risultando più cauto e timido su un palco impegnativo come quello dell’Ariston.
Il brano è semplice e bello, elegantemente pop, ben eseguito (cosa, ormai, per niente scontata a Sanremo) e molto più “classico” di quanto ci si potesse aspettare: nonostante sia chiaramente un brano degli anni Venti s’inserisce nella tradizione di una certa canzone italiana, legata a doppio filo al Festival dei Fiori, che vede in questo tipo di melodie e di tematiche i suoi tratti distintivi. Al termine della prima serata, sicuramente la proposta migliore e più interessante presentata sul palco dell’Ariston, a buon diritto posizionatasi subito al primo posto. Chi vivrà vedrà; quel che è certo è che il duo funziona benissimo, sia a livello di scrittura che di presenza scenica, e che in molti ci auspichiamo nuove collaborazioni da loro, in futuro.