– di Manuela Poidomani –
Sono state molte le voci e le opinioni rispetto a un Sanremo 2021 un po’ sotto tono, con brani scontati e poco affini alle primordiali caratteristiche cantautorali dei big in gara. Ma se c’è qualcuno che non ha deluso, né la critica né i fan, quella è proprio Madame. Se le voci, in senso lato, sono state tante e discordanti, per quanto riguarda la sua “Voce” non ci sono dubbi: è stato uno dei brani più acclamati e con più successo durante tutta la competizione.
E poco stupisce: “Voce” non poteva che essere l’incipit del suo variegato e straordinario nuovo disco, omonimo, dove la giovane artista si mette a nudo, toccando tutti i punti e i temi che un’adolescente è costretto a vivere per l’inevitabilità del flusso e ciclo della vita.
La rapper vicentina, anche se rapper, a oggi, fa fatica a esserne l’appellativo esatto, con il nuovo disco Madame mostra una più convincente autoreferenzialità e autenticità della sua persona che a soli diciannove anni ha sgomitato, in accezione positiva, nella discografia italiana, diventando uno dei volti e dei timbri più riconoscibili e acclamati da chiunque fa della musica l’attività di fruizione principale.
Madame mostra tutta l’unicità della sua immagine, che appiccica in ciò che scrive; nei brani si descrive senza vergogna e in modo puro, senza paura dei pregiudizi insiti della società in cui viviamo. Singolarità che viene aiutata oltremodo dalla varietà di feat di cui si compone il suo disco, che spaziano da cantanti rap a trap a indie/itpop, che si amalgamano al suo stile in maniera eccezionale, creando un mix di mondi che, senza esitazione e alcun dubbio, si spalancano e convincono gli affezionati degli artisti.
Madame è un progetto eclettico, composto da sedici tracce, prodotto da nomi noti come Crookers, Zef, Nic Sarno, 2nd Roof e il giovane Bias, che conferma quanto l’artista si discosti dai classici cliché a cui ormai siamo abituati, sottolineando quanto un genere “tutto suo” sia quello di cui tutti abbiamo bisogno.
Si parte con il brano “Istinto” e il suo “Perché sono solo io? Solo io?”, dove l’artista racconta il suo istinto animale, qualcosa che l’ha costretta e legata, in passato, a scelte sbagliate. Si continua con “Voce”, composta dalla stessa Madame, Dardust ed Estremo (produttori del brano) e vincitrice, al Festival dei Fiori, del premio Sergio Bardotti per il miglior testo, dove quel tocco intimo e personale parla della ricerca della propria identità; un inno di amore assoluto allo strumento che tutti abbiamo per poterci raccontare e per farci innamorare e che ci contraddistinguerà sempre da chiunque altro.
Il terzo singolo estratto dall’album è “Il mio amico”, con la collaborazione di Fabri Fibra, che racconta dell’amore per la musica dei due artisti – “Tu mi hai salvato dal vuoto che c’è, sei più di un amico, tu frate sei un mito, lo so che fa strano, ma parlo del rap”, rappa Fabri Fibra – ma è anche una dedica spassionata per l’amico Fabio Rinaldi di Sugar Music, il discografico che segue il suo progetto e con cui Madame ha stretto un forte legame di amicizia, di cui ha parlato in alcune interviste.
“Babaganoush”, che in origine sta ad indicare la salsa di origini medio orientali composta da polpa di melanzane e spezie varie, è il brano in collaborazione con i Pinguini Tattici Nucleari più arabeggiante e radiofonico di tutto il disco che forse sta a indicare quanto ormai la musica sia un mix di culture e integrazione. Cosa che non ci fa specie se prendiamo come di esempio il padre del mainstream di oggi: Mahmood e tutta la sua particolarità e unicità di genere.
Tanti altri nomi tra le collaborazioni come Carl Brave, Blanco, Rkomi, Gué Pequeno, Ernia, VillaBanks e Gaia (altra partecipante della kermesse di quest’anno).
Madame di Madame, forse con un pizzico di gioco di parole (voluto?), altro non è che uno specchio e un riflesso di una giovane donna che si fa strada in un mondo in cui i conti con i mille aspetti della popolarità sono all’ordine del giorno – e ancora prima con quelli con sé stessa – . Un album che mostra un’artista in evoluzione e maturità; e se le molteplici collaborazioni possono essere viste come un mescolone di tanti generi diversi senza un filo logico, è la stessa Francesca a rispondere con questo esordio molto promettente, mostrato in maniera eclatante anche nel modo in cui lei stessa ha posato, cantato e calcato uno dei palchi più ambiti nella storia di tutta la musica italiana, lasciando il segno anche in chi ancora non conosceva questo piccolo talento.