Direi che come titolo calza a pennello dando un orecchio al nuovo lavoro discografico pubblicato da Luca Faggella che si intitola “Discografia: Antologia di canzoni (1998-2015)”. È una raccolta di 19 brani di cui ben 6 sono gli inediti guidati in prima linea dal singolo “Tempo” con la splendida featuring di Elisa Ariamone. Il resto della track-list è il consueto best of, un percorso a ritroso che pesca dentro ben 17 anni di grande carriera i suoi tasselli migliori, le prestigiose firme di collaborazione come quella con Max Gazzè nel brano “Vipere” tratto da Tradizione Elettrica, ultimo lavoro in studio in ordine di tempo. Luca Faggella dimostra dunque continuità piuttosto che narcisismo verso il proprio lavoro, dimostra anche originale intraprendenza ed è un modo assai interessante di gustare il mutare del punto di vista architettonico nel fare e arrangiare musica. Questo inedito poi sfiora di diritto la top-ten dei migliori singoli che nel 2015 ha popolato e rinvigorito la “nuova” scena della canzone d’autore italiana…nuova…perché è maledettamente vero: finché non si passa nei grandi media saremo sempre degli eterni emergenti…Amen.
Una raccolta e nuove cose. Il passato che si mescola al futuro. Che emozione ti provoca?
Una bella emozione. Raccogliere le nuove canzoni con cose del passato, insieme in un bel flusso scelto e scelto con cura…che tiene insieme cose anche diverse, in un percorso unito e che sento appartenermi molto. è un disco tutto nuovo, per me, la scelta di quel che desidero posa restare, se resterà qualcosa.
Ascoltando assieme tutte queste canzoni, che uomo e che artista vedi nel tempo?
Un cambiamento notevole soprattutto nella scrittura dei testi: da “Icaro” (che è del ’95), fino a “Tempo” (brano scritto con Giorgio Baldi e Gabriele Ratti la scorsa primavera) come se da “Fetish” in poi avessi trovato la mia “lingua”. All’inizio c’è una specie di ricerca, da “fetish” in poi appunto, credo di essere riuscito in quello che era lo scopo di quella ricerca… cioè far si che i testi possano stare per conto proprio, liberi anche dalla canzone, dal canto.
Una curiosità molto semplice: a distanza di 17 anni, con tutta la maturità e l’esperienza, riascoltandole oggi, credi di aver bene interpretato e arrangiato le canzoni di Piero Ciampi?
Per gli arrangiamenti…si mi ci riconosco appieno. Soprattutto nell’attuale versione dello spettacolo, meno retrò e più solidamente contemporanea e “mia” fea virgolette. Per quanto riguarda l’interpretazione.,.quelle del periodo ultimo (2006-2014) sono quelle che preferisco rispetto all’album del ’98…lì poi per i soliti problemi di bilancio non riuscì a registrare le voci come si deve e quelle pubblicate sono le cosiddette “voci guida”, volevo avere un po’ più di tempo da dedicare alla voce ma non fu possibile. Però, va bene così.
Ma Luca Faggella è anche nuova musica. Perché ben 6 inediti, quasi un altro disco, all’interno di una compilation di passati successi Quindi a breve il nuovo disco?
Non ci sarà un nuovo disco perché appunto è questo il nuovo disco, quello che volevo fare da anni. Li sento come brani importanti e come un percorso, un cammino. Ho molti brani nuovi rimasti fuori dalla raccolta, forse si uscirà qualcosa ma penso più a un documento live audiovisivo. Mi piace molto lo spettacolo nuovo con Greta e Elisa, “I concerti dell’antologia” e forse forse potremmo produrre appunto più che un disco, un documentario o qualcosa del genere. Un video del concerto. Poi, aspetto che Giorgio Baldi abbia tempo e voglia e per me in cima della lista delle cose da fare c’è un nuovo album di Tradizione Elettrica.
La canzone che avresti sempre voluto scrivere?
“La ville s’endormait” di Jacques Brel, per me la canzone più bella del mondo.
Angelo Rattenni