Una rivoluzione tutt’altro che silenziosa, quella dei Low Standards, High Fives, gruppo emocore torinese di recentissima formazione ma i cui membri vengono da una lunga esperienza live in precedenti progetti.
Nasce così “Revolushhhh”, brevissimo ma potente Ep dalla forza viscerale, dalle chitarre taglienti e dalle batterie inarrestabili. Voci urlate come nella miglior tradizione emo-postpunk, ma mai urlate a casaccio, anzi a disegnare precise ed accattivanti melodie come nel caso del ritornello di “Ghost Town”. Altrove, attimi di quiete che sfociano in improvvise accelerazioni, sferzanti come un manico di chitarra, quando nella foga del live giri su te stesso e potresti aver bisogno di una licenza di porto d’armi. È il caso della traccia d’apertura “Crazy boy”, che parte languida ma che piano aumenta d’intensità trascinando l’ascoltatore in un vortice di malessere gridato con i nervi contratti ed i pugni stretti ad afferrare il nulla.
Quattro tracce da ascoltare – e pogare – con le braccia rivolte al cielo. Le stesse braccia delle sagome sulla copertina, mentre cercano di cogliere un istante di felicità che probabilmente è già appassito negli anni. Quali anni? I ’90, senz’altro. Quali sennò?
Matteo Rotondi