Oggi abbiamo incontrato Lorenzo Vizzini, cantautore classe 1993. Comincia a scrivere le sue canzoni sin da bambino, imparando a suonare chitarra e pianoforte fra le pareti di casa. A 18 anni, dopo essersi trasferito a Milano, firma la sua prima importante collaborazione: scrive infatti otto brani dell’ultimo disco di Ornella Vanoni. Poi la sua carriera continua, scrivendo anche per Renato Zero, Laura Pausini, Emma e molti altri. Alle spalle due album di inediti, e venerdì 15 gennaio è uscito il suo nuovo singolo, dal titolo Karma, di cui abbiamo deciso di parlare in quest’intervista.
C’è differenza tra scrivere per se stessi e scrivere per altri?
Sì, tantissima. Quando scrivo per un altro artista cerco di mimetizzarmi con la sua sensibilità, anzi meno è riconoscibile la mia penna e più sono contento, anche se in molti casi ovviamente c’è parte di quello che ho vissuto o che penso. Quello che invece scrivo per me invece è un po’ la mia ora di ricreazione, dove posso disordinare e prendermi tutte le libertà possibili. Ovviamente mi porto dietro tanto delle esperienze come autore, ma non ho mai pensato che un brano pensato per me potesse andare bene per un altro artista.
Che effetto ti fa sentire un brano scritto da te in radio o a Sanremo?
È un bell’effetto, sicuramente. Però, può sembrarti strano, ma per me la botta più forte arriva quando sento per la prima volta il pezzo finito, tipo la prima preproduzione. Quello è il momento che mi fa brillare ogni volta. Quando il pezzo esce fuori dall’hard disk continuo a volergli bene, ma mi sembra quasi non sia mai stato mio, è come se uscisse fuori di casa e andasse a vivere da solo. Io comunque in generale sono innamorato delle canzoni che devono arrivare, più che di quelle che escono. La mia stessa vita è un po’ una continua attesa della prossima canzone.
In che modo Karma rappresenta un punto di svolta per te?
Senza tanti giri di parole, è un pezzo che mi ha divertito scrivere e che mi diverte cantare. È una canzone recente, non direi che sia un punto di svolta, forse uno spunto di svolta, nel senso che è un pezzo che ho scritto e cantato come se fosse un gioco e non capita spessissimo. Per esempio ho voluto cifrare i riferimenti alla mia vita personale, cioè son tutti fatti che ho vissuto ma sono nascosti nei nomi, nei luoghi, nelle storie. Per farla breve, mi mette di buonumore e mi sembrava una ragione abbastanza convincente per cantarla.
E in definitiva, di cosa parla Karma?
È una semplice storia di quasi amore, abbastanza recente. L’ho scritta una decina di mesi fa, appena cominciato il lockdown. Se c’è una cosa alla quale sono fedele è la mia solitudine e le persone a me più care lo sanno bene. In quel momento, però, in cui la solitudine era per la prima volta forzata per ragioni straordinarie, devo dire che ha incominciato a farsi pesante. Sai quella storia che le cose le apprezzi quando non ce le hai? Ecco, in certi momenti anche fare la lista della spesa insieme o non svegliarsi da soli erano cose che mi sembravano quasi desiderabili. Così, per sdrammatizzare, ho pensato che si trattasse di una questione di karma e che in un certo senso quella solitudine lì me la meritassi.
Chi è Lorenzo Vizzini quando non suona?
Una persona abbastanza ordinaria, che mangia, dorme, s’innamora, va al cinema o a fare la spesa (negli ultimi mesi più la seconda). Tutto il tempo che non passo a scrivere e suonare, appena posso, lo dedico a viaggiare. Anzi, forse questo è il lato che più mi sta mancando negli ultimi tempi.
Quando potremo ascoltare un nuovo album?
Fra poche settimane. Avevo tante canzoni pronte per questo disco, già da un bel po’ di anni, ma per pigrizia, che per diplomazia chiamerò mancanza di tempo, non le avevamo mai finite di produrre. Grazie ai ragazzi di Uma Records abbiamo cominciato a darci dei tempi e svilupparle in un progetto che abbiamo prodotto insieme a Iacopo Pinna, quindi molto presto diverse di queste canzoni vedranno la luce. Per adesso è tutto pronto nell’hard disk che ti dicevo prima e me lo continuo ad ascoltare in solitaria per le ultime settimane, prima di lasciarle andare.