La serata parla da sola: Rico, braccia e corpo degli Uochi Toki, darà vita ad un set elettronico preceduto da Lemon Lights, anch’egli produttore di musica elettronica. Da una serata del genere ci si può solo che aspettare buona musica e la compagnia di gente che sa apprezzare le nuove sperimentazioni nella penisola italiana; peccato che questa serata a Le Mura abbia raccolto un numero veramente esiguo di intenditori e buongustai.
Ad accogliere Lemon Lights ci saranno a malapena una decina di persone che avvolgono quasi completamente l’artista. Molto apprezzabile l’idea di suonare sotto palco: sebbene l’appoggio di un semplice tavolino di legno per la strumentazione, liberare quello spazio da sedie e tavolini si rivela sempre una saggia scelta in occasione di un’esibizione live. Che sia farina del sacco dei proprietari del locale, degli organizzatori, o magari degli stessi artisti, l’atmosfera è convincente e marcatamente underground. L’artista in questione soprattutto propone un genere che si distanzia molto dalle sonorità minimali e frenetiche del pilastro degli Uochi Toki, adottando al contrario un sound che si districa tra l’Industrial e l’Ambient, unendo una ricercatezza propria dell’IDM con una regolarità strutturale tipica della Deep House. In tutto ciò stupisce quanto la sua musica possa essere estremamente ballabile per un contesto come quello di Viscere che promuove artisti elettronici più sperimentali quali Mai Mai Mai e Uochi Toki appunto. Una piacevole sorpresa quindi che rivela un artista promettente.
Il tempo di una sigaretta accompagnata dalla brezza di fine primavera e la serata sembra aver almeno raddoppiato il proprio pubblico. Difficile resistere alle sonorità di Rico per un fan del progetto in condivisione con Napo. Riccardo “Rico” Gamondi è a prescindere dal progetto che gli ha dato visibilità un artista di musica elettronica capacissimo, che andrebbe il più possibile seguito nel proprio lavoro anche quando questo è improvvisazione e pura performance, anzi, forse a maggior ragione per questo. È un peccato vedere un pubblico così ridotto per una serata che, nella sua semplicità, permette ad artisti del genere di esprimersi. A prescindere da questo però, l’artista torinese regala una esibizione qualitativamente impeccabile; forse leggermente breve, ma in questi casi ci sono sempre orari da mantenere che prescindono dall’artista.
La serata Viscere 3.5 Release Party fa un’ottima figura anche nell’ottica “pochi ma buoni”. Si spera che questa apertura da parte di artisti elettronici underground italiana possa continuare a lungo e magari ricevere l’attenzione che merita.
Davide Cuccurugnani