– di Giuditta Granatelli –
Letizia Beate Iori, nota come Letizia Beate, classe 2001, è stata dichiarata vincitrice assoluta della ventiquattresima edizione del Festival “Voci d’Oro” con il brano “Chimera”. La giovane cantautrice, originaria di Canazei (Trento) suona clarinetto e chitarra, strumenti che usa anche per comporre le sue canzoni. Si è esibita sul Palco Giovani al MEI 2021, portando alcune delle sue canzoni: l’abbiamo intervistata per parlare della sua nascente carriera nel mondo della musica e dello spettacolo.
Ecco che cosa ci ha raccontato!
Hai cantato da sola, con la tua chitarra, su un palco davanti a tante persone. Com’è andata? Sei soddisfatta? Come ti sei sentita?
Sono molto soddisfatta! Ho sbagliato qualcosina, come penso sia normale che succeda, le prime volte che ci si esibisce. Ho visto che comunque la gente mi ascoltava e questo mi fa piacere, perché vuol dire che sono riuscita a renderli partecipi del mio concerto. Quindi sì, sono molto contenta!
La tua prima canzone, “Chimera”, parla del sogno di entrare nel mondo della musica, che sta cominciando a concretizzarsi. Come ti senti ora che stai entrando professionalmente nel mondo della musica?
È una cosa che mi rende molto felice, però mi rendo conto che il percorso è molto lungo e molto difficile. Riesco a fare qualche concerto in giro, ho vinto questo festival e mi sto iscrivendo anche ad altri festival e concorsi, quindi intanto vedo come va e cerco di non montarmi la testa. Però sono molto contenta, è il mio sogno e vedere che pian pianino qualcosa si sviluppa mi riempie il cuore.
Con questo singolo hai vinto anche un altro festival. Com’è stata quest’esperienza?
Il festival che ho vinto si chiama “Voci d’Oro”, è a Montecatini Terme, in Toscana, e mi sono iscritta a questo concorso con la mia canzone; mi hanno selezionata e con i finalisti mi sono esibita sul palco di Montecatini Terme. C’erano varie categorie, io ho vinto per la categoria “Cantautori” e poi ho vinto proprio il festival. È stato molto bello, era la prima volta che mi esibivo, però ero anche particolarmente tranquilla ed è andata molto bene. Non mi aspettavo assolutamente di vincere! A un certo punto volevo anche andare via, perché pensavo: «Tanto non vinco». E invece poi ho vinto!
Come ti sei appassionata alla musica e al genere che fai?
Sono cresciuta in una famiglia musicale. Tutti nella mia famiglia suonano o cantano e quando ero piccola ho fatto una scuola musicale. Ho suonato il clarinetto, la chitarra e un po’ di percussioni. Ho sempre cercato di fare musica, nella mia vita. Ho capito di voler fare indie pop ascoltando questo genere; inoltre mi piace tanto scrivere: i testi per me sono la cosa più importante della canzone. Così è iniziato il mio percorso con le canzoni indie.
Scrivi di getto, sull’onda dell’ispirazione, o c’è un processo d’incubazione delle idee, prima della scrittura?
Dipende. “Chimera” l’ho scritta di getto, mentre per “Ovunque” ci ho messo un po’ di più, perché tenevo tanto alle rime e a fare una canzone un po’ più strutturata. Se serve più tempo me lo prendo, non ho assolutamente fretta, infatti non ho scritto tante canzoni. Ma dipende dall’ispirazione: se è un sentimento molto forte, come quello del sogno che ho e di cui parlo in “Chimera”, sono capace anche di scrivere molto velocemente.