Milano, Milano, quanti ne hai partoriti di artisti? E ci risiamo, ancora una volta ci hai regalato qualcosa di nuovo. Les Enfants, appellativo francese, ma cento per cento made in Italy, con un sound sognante, di quelli indecifrabili, che non sapresti mai dire se figlio dei mitici anni 80 o frutto legittimo dei tempi nostri.
Isole, nuovo lavoro e primo Lp della band lombarda, è mistico e puro, portatore sano di un’innata propensione al ballabile, dote genetica e raffinata ricerca sonora. Che il gruppo col tempo sia riuscito ad approfondire la propria personalità e la propria tempra non c’è dubbio, forgiate dalle tantissime esperienze fatte in giro per il Bel Paese.
Un disco prodotto con canoni ben precisi in mente, tutte le tracce sono egregiamente legate da un fil rouge sonoro e tematico, con arrangiamenti ben strutturati, grondanti di sintetizzatori fin dalla prima traccia, il tutto portato avanti da una sezione ritmica efficace e molto intelligente, massiccia: questo album è “La Mecca” per tutti i romantici nostalgici degli anni 80, e lascia una traccia chiara del fatto che la musica, come la moda e come la storia, sia un eterno ciclo di corsi e ricorsi come diceva il buon Giambattista Vico. Si perché, quando parte questo disco hai subito la sensazione di essere tornato un po’ indietro nel tempo, forse anche più indietro di quanto la tua età biologica possa ricordare, ma ti viene altrettanto velocemente in mente che: hey, siamo nel decennio della nuova elettronica, questo disco non ha per niente un sapore retrò, anzi, forse è quanto di più moderno ci si possa aspettare, e ti senti subito a tuo agio.
Sopra a questa fortunatissima amalgama musicale, i testi serpeggiano precisi e con una cadenza ritmica essenziale, discorrendo di argomenti semplici ma efficaci, sempre veicolati da melodie al limite dell’infallibile, ma senza scadere nel “Già sentito”.
Insomma, questi Les Enfants promettono veramente bene, il disco è costellato di pezzi che troverebbero nelle radio la loro dimora sicura ed accogliente, è compatto ed omogeneo, e la vena compositiva della band sembra aver trovato un’oasi feconda. Isole riesce in qualche modo ad innovare producendo una bellissima alternanza tra suoni datati e suoni freschi e innovativi, con un connubio perfetto tra pop e cantautorato, tra analogico e digitale.
La musica Italiana sta vivendo un momento di grande apertura e di grande innovazione, e questi quattro ragazzi di Milano hanno tutte le carte in regola per ritagliarsi un posto nel mare in tempesta dell’industria musicale.
Francesco Pepe