_ di Riccardo Magni
_ foto di Mattia La Torre.
Leonardo Angelucci ha presentato il suo primo LP, Questo frastuono immenso (Alka Record Label) a L’Asino che Vola venerdì scorso. Una serata di musica e condivisione di emozioni, che ha salutato l’esordio ufficiale, dopo singoli ed EP, di uno dei giovani cantautori più interessanti che l’area romana abbia proposto ultimamente.
Perché Leonardo Angelucci oltre ad essere bravo, è uno che in tutto quello che fa (e ne fa di cose…) ci mette l’anima e basta entrarci in contatto un minimo per rendersene conto. Agnese Ermacora presentando l’inizio del concerto, ha detto più o meno che “è impossibile non restare colpiti dall’amore di Leonardo per la musica e la passione che mette in tutte le iniziative che porta avanti”. Ed è vero.
Condivisione di emozioni, perché vederlo sul palco in quella occasione in particolare, circondato da tante persone amiche (i release party di artisti emergenti al primo album sono così, i primi fan, i più autentici, sono amici, familiari, o persone che come me in tempi non sospetti sono rimaste colpite dalla bravura e da quell’amore descritto poco fa), ha generato onde di emozioni che riempiendo la sala dell’Asino si sono propagate ad ogni spettatore presente nello stesso modo, o almeno quella era l’impressione.
In apertura Elettra (giovane proposta Alka) e Marat (che ha frequentato lo stesso liceo di Leonardo) con i loro pezzi hanno ricevuto applausi e complimenti, poi la presentazione e Leo sale sul palco con la band, presentata da lui stesso un componente alla volta, compagni di avventura di vecchia data che, perfettamente a loro agio, lo accompagnano ed assecondano nell’esprimere in pieno tutte le emozioni di cui sopra.
Il concerto scorre via piacevolissimo e senza intoppi, con qualche bell’intermezzo parlato, un paio di cover e diversi ospiti ad arricchire la performance: Giulia Paris, talentuosa ballerina protagonista del video di Sedile Posteriore, Rosa Zumpano dei Lateral Blast, Marco Mari, regista dei video che ha cantato in Monnalisa, il leader dei Ratti della Sabina Roberto Billi, l’illustratrice Bisnio e Giuseppe Bravo con i suoi visual, oltre ovviamente a Bujumannu dei Train To Roots, giunto dalla Sardegna per cantare con Leonardo Sa Terra ed animare poi il post concerto con il suo dj&live set assieme a Jambo, altro membro dei Train To Roots.
Aveva promesso una versione dei brani più rock e così è stato, nessuna aspettativa delusa nemmeno a livello strettamente musicale, con l’atmosfera che si è particolarmente scaldata nella seconda parte, quando Leo ha imbracciato la chitarra elettrica dando pieno sfogo alla sua verve chitarristica (notevoli in questo senso le esecuzioni di Nebbia e Zanzare ed Un minuto).
Dopo i saluti e ringraziamenti finali, il sudore ha lasciato spazio ad abbracci, sorrisi e dediche sui nuovissimi CD appena scartati ed ora, dopo tutta la fatica spesa nell’organizzazione di un evento perfettamente riuscito, per Leo ed i suoi è il momento di divertirsi davvero, il momento di suonare ovunque sia possibile e far risuonare il loro frastuono immenso in tutti i cuori (proprio come quello stampato sulla bellissima t-shirt ufficiale) pronti ad ascoltarlo.