– di Benedetta Minoliti –
Le donne lo sanno. Lo sanno che, dopo l’amore, il tema più trattato da scrittori e cantanti sono loro. Leo Pari, per il suo nuovo progetto discografico Stelle Forever, uscito lo scorso 15 gennaio, decide di parlare di donne e delle loro molteplici sfaccettature.
Così prende vita un concept album composto da dieci tracce che ruotano attorno all’universo femminile e alle relazioni amorose in tutte le loro fasi, dall’innamoramento alla fine del rapporto.
Leo Pari, dopo il suo precedente progetto, Hotel Califano, torna con un album che omaggia l’universo femminile e allo stesso tempo racconta un altro lavoro della personalità del cantante, più introspettiva e forse un po’ malinconica.
Stelle Forever è un concept album dedicato all’universo femminile. Perché hai deciso di dedicare questo tuo nuovo progetto alle donne?
Sicuramente è un mondo affascinante e misterioso. È una sorta di viaggio in alcuni aspetti, ma anche realtà e situazioni che ho vissuto in prima persona. È un modo per raccontare questo mondo, ma anche per raccontarmi e per raccontarlo a me stesso.
Mi è sembrato, ascoltando il disco, che oltre a parlare delle donne racconti quelle che sono le fasi di una storia d’amore. Si parla dell’innamoramento, delle relazioni a distanza e della fine di una storia. Pensi che il tuo disco possa essere ascoltato seguendo una tracklist diversa per raccontare una storia che ha un inizio e una fine?
Le tracce dell’album sono degli episodi, rappresentano dieci acquerelli che riguardano più o meno lo stesso argomento. Non penso ci sia un ordine cronologico preciso. Sicuramente mi piaceva aprire il disco con Le donne sono come le stelle, perché è un po’ una canzone manifesto. E mi piaceva chiudere con Forever, per lasciare un messaggio ottimistico su tutta la faccenda. Questi sono i punti cardine. Forse c’è un ordine più legato al sound che hai testi. Ho seguito più una dinamica musicale.
Un’altra tematica che mi sembra si ritrovi spesso nel disco è quella del tempo. Si parla sì di passato, ma anche di presente e futuro. Che rapporto hai con i ricordi?
Io ho un ottimo rapporto con i miei ricordi, mi piace ricordare. Anche perché, quando scrivo le mie canzoni, le immagini si sovrappongono. Spesso questa cosa succede anche con le figure, con le persone a cui mi riferisco. Mi capita di parlare di più persone nella stessa canzone, racchiudendole in una unica. Mi piace proprio la fisiologia del ricordo, questo suo sfumare, questo poter ricordare in maniera “soggettiva”, perché spesso capita che uno abbia memoria di cose che sono successe ma non sono andate esattamente come ricordi tu. Trovo che sia poetico e suggestivo. Per me i ricordi sono molto importanti e convivo con il presente e sono uno slancio per il futuro.
Rispetto al tuo progetto precedente, Hotel Califano, mi sembra che tu abbia virato verso qualcosa di più introspettivo. Sentivi l’esigenza di metterti a nudo in Stelle Forever?
In realtà anche Hotel Califano è un album fortemente autobiografico, solo che racconta un altro lato della mia personalità. Forse il lato più dark, più oscuro, mentre invece in questo album c’è una volontà di parlare più degli affetti, delle persone che per me sono state e sono importanti. Diciamo che si parla di due cose diverse, ma fondamentalmente il narratore è sempre lo stesso.
Questa è una domanda che apparentemente potrebbe non avere legami col disco. Il 2020 è stato un anno, al di là della pandemia, sicuramente molto importante per le donne. Da Kamala Harris prima vicepresidente donna a Chiara Ferragni impegnata nel sociale. C’è una donna che, più delle altre, ha rappresentato il tuo 2020?
Quando parlo di donne io parlo sempre della mia sfera affettiva e personale, mi capita raramente di parlare di figure che non facciano parte della mia vita in questo senso. Forse l’unica eccezione riguarda sempre Le donne sono come le stelle, perché è dedicato al coraggio che le donne hanno dimostrato in questo momento difficile. Non c’è stata una “figura” pubblica che è, come dire, entrata nelle mie canzoni.
Tu sei una sorta di “tuttofare”: produttore, musicista, cantante e autore. Se fossi costretto a scegliere e potessi fare solo una di queste cose, quale sarebbe?
Decisamente continuerei a fare le mie canzoni. Vengono sempre al primo posto. Sicuramente continuerei a scrivere canzoni, al di là che siano per me o per qualcun altro. Per me scrivere è necessario.
Tornando a parlare del disco: Matrioska è uno dei singoli che ha anticipato il disco ed è uscito lo scorso 14 febbraio, giorno di San Valentino. La data è voluta?
Assolutamente sì! Non è casuale. In realtà è un pezzo che parla della fine di un amore, ma mi sembrava bello per contrasto che uscisse in questa giornata. Perché comunque si parla di un amore forte che però è finito. Poi, San Valentino è la festa degli innamorati, ma non è detto che due innamorati debbano stare insieme (ride, ndr).
Ad un certo punto in Dobermann dici: “Si sciolgono i gruppi, come i ghiacciai”. È un riferimento ai Thegiornalisti?
In realtà è polivalente. Nel brano si parla di un momento di malinconia e tristezza. Mi piaceva raccontare questa sensazione. Poi mi piaceva provare ad associare qualcosa di veramente enorme e che riguarda il nostro pianeta, come lo scioglimento dei ghiacciaia, a qualcosa che a confronto sembra “microscopico”, come lo scioglimento di una band.
Mi ha incuriosito molto, leggendo il track by track, quello che hai raccontato su La storia della tua vita. Hai detto che il pezzo è nato guardando una ragazza che mandava messaggi a raffica col suo cellulare. Ti lasci molto influenzare da quello che ti capita attorno?
Sì, certo. In realtà questa forse è la canzone meno autobiografica, nata da un immaginarsi qualcosa, anche perché io non avevo idea di chi fosse questa ragazza e di che cosa stesse scrivendo. I versi sono venuti fuori da soli. Poi l’ho arricchita di esperienze personali e di altre cose che ho vissuto prima e dopo. Lì però ho avuto la scintilla che ha fatto nascere il desiderio di scriverci una canzone.
Come stai vivendo il fatto di non poter portare il disco in giro e non poter fare promozione live?
La vivo abbastanza male, penso come tutti. Sono una persona ottimista, quindi credo che a breve si potrà tornare a fare qualcosa. Si potrà tornare a fare anche piccoli live, magari in acustico, come stavo già facendo prima del lockdown. Ogni occasione è buona per portare in giro queste nuove canzoni e io sono abbastanza pronto. Mi auguro ovviamente che si possa al più presto tornare a suonare e lavorare come prima.