– di Michela Moramarco –
LefrasiincompiutediElena tornano con un nuovo singolo, dal titolo Miró. Il brano è caratterizzato da un’atmosfera sognante determinata da chitarre che, secondo l’idea di contrappunto contemporaneo, risultano essere quasi ipnotiche. Il brano dimostra un’ulteriore sfaccettatura dell’attitudine artistica di RafQu, forse un po’ più matura di Interno 29, l’album d’esordio che ha già avuto un ottimo riscontro da critica e ascoltatori. L’idea di base sembra essere quella di reinventare sempre se stessi e di accettare i cambiamenti che inevitabilmente ne derivano. LefrasiincompiutediElena sembrano lasciare l’incompiuto come una strada sempre da percorrere; la musica come un punto di partenza e mai di arrivo.
Miró è un brano nato di getto. “Ho sempre cercato di scrivere le canzoni che in determinati momenti avrei voluto ascoltare”, afferma l’artista. Ma per saperne di più, l’abbiamo intervistato.
Miró è un brano dalle sonorità un po’ sognanti, in linea con il titolo legato al surrealismo. Credi di essere riuscito nell’intento di ricreare un’atmosfera profonda e onirica, come un quadro di Miró?
Non saprei dire se ci sono riuscito, credo che non stia a me dare questa risposta. Il senso dell’arrangiamento del brano non è quello di creare un’atmosfera da quadro di Miró. Poi, dal punto di vista musicale, è sognante, ma non è surrealista. Si tratta più di minimalismo. La musica che deriva dal surrealismo è un’altra cosa.
Come è possibile conciliare, in un brano simile, essenzialità e contrappunto?
Dunque, nel minimalismo viene impiegato il contrappunto, seppur non con le regole classiche ottocentesche.
Secondo Miró, le idee nascono dalle cose semplici. Per te, da dove è nata l’idea per questo brano?
L’ispirazione per questo brano è un po’ frutto del periodo che abbiamo vissuto. Sostanzialmente, quando scrivo, butto giù le idee, ma poi ci lavoro un po’. In questo caso però è stato tutto spontaneo.
Hai mai avuto paura degli stati d’animo con cui devi fare i conti o, in qualche modo, la musica ha un ruolo salvifico?
No, ho avuto paura e continuo ad averne. La musica, in periodi più “normali” se vogliamo, è data dal contorno ed è quello ciò che salva, il live, le persone… Per il resto la musica sicuramente mi svuota, ma non me la sento propriamente di dire che mi salva. Diciamo che mi riappacifica.
Cosa ci dobbiamo aspettare dopo questo brano?
Sto lavorando sull’album nuovo, che avrà un range comunicativo un po’ diverso rispetto a Interno 29, l’album che aveva come idea di base quella di chiudere un cerchio iniziato con il mio libro Come gerbere arancioni. Ma, comunque, scrivo sempre. E nell’immediato uscirà il video di Miró.