Si chiama “La cura, il male e l’estasi” l’album d’esordio de “Le Malanime”, band nata nel territorio pontino tra Roma e Latina.
Il disco, disponibile su Soundcloud e Spotify, è figlio di padre Hard Rock e madre Pop e si è così appropriato di un variegato corredo genetico. I brani, infatti, percorrono con una spiccata finezza strade a tratti dure e dissestate tipiche del rock come nel brano “L’estasi”, a tratti soffici distese eteree come per “Cuori Lontani”, spesso intrecciandosi in equilibrati saliscendi stilistici.
I dieci brani del disco si insinuano nell’ascoltatore con semplicità senza mai dare l’idea di una ascolto semplice; sono brani dagli arrangiamenti complessi, dalle melodie strumentali e vocali elaborate, eppure l’ascolto risulta sempre fluido e decisamente orecchiabile. Non è un lavoro facile quello che “Le Malanime” hanno proposto.
Il primo singolo intitolato “Libera Mente” è stato inserito nella colonna sonora del film “Buon compleanno Sally” per la regia di Claudio Corinaldesi (Tauron Entertainment) e presentato il 20 ottobre scorso all’interno del Festival Internazionale del Film di Roma. Il brano è un esempio delle mature capacità compositive della band: il testo è intimo e a tratti infervora il cantato senza andare troppo sopra le righe mentre la narrazione musicale è coinvolgente e, soprattutto, convincente.
Ne “I Fiori di Bovary” che vede Le Malanime in duetto con la cantante romana Ilenia Volpe si cela probabilmente la punta di diamante dell’originalità del gruppo, la chiave interpretativa dell’album; ci si ritrova in un confortante limbo dove le chitarre acustiche si mescolano ai riff più elettrici dalle sfumature dark creando la scenografia sonora ideale per le due voci.
Il songwriting è intimo e ricercato e trova essenza e valore aggiunto nella voce piena e sensibile di Emiliano Capogna, interprete perfetto dei brani profondi del disco.
Si potrebbe accostare Le Malanime a gruppi come i Deasonika o i Verdena (per certi richiami distorti) eppure la forzatura di questi paragoni appare, il più delle volte, evidente; questo, a dimostrare come i quattro siano riusciti a scolpire nel materiale sonoro una loro identità ben riconoscibile. Da qui possiamo solo prevedere ed augurare un percorso in salita.
Gianluca Grasselli