Il tempo per Laura B è decisamente un pilastro portante nella stesura di questo suono e di queste canzoni. Nuove, anzi: prime canzoni per lei che ha una bella carriera alle spalle e dunque, con questo lavoro d’esordio personale, dimostra che sa far bene i compiti a casa e mette in scena una personalità che sa stare in equilibrio senza “troppo” concedersi a mode ed etichette main stream. E qui le virgolette sono dovute perché se da una parte il disco mostra personalità e maturità dall’altra ha si la pecca di affidarsi troppo al passato. Ma andiamo con ordine: certamente Laura B paga questa timbrica vocale che conosce fascino quando si fa graffiante e non a caso nella sua valigia del tempo troviamo una recente collaborazione con la registra Laura Casati per uno spettacolo dentro cui, tra tante icone da portare in scena, spicca anche il nome di Janis Joblin. Non mi stupisce neanche ricercare nella mente quei colori blu acidi di Loredana Bertè e un po’ tutto quell’immaginario italiano degli anni ’70 che dal Piper di Roma poi cercavano di fare il giro delle balere e della filmografia pop italiana. Si intitola “La ragazza di nessuno”, primo lavoro anche ricco di un bellissimo video a incensare la title track, animazione grafica a cura di Ste Balza.
Canzoni di donna, canzoni dentro cui il ruolo della donna cerca spazio, emancipazione, denuncia fragilità e in alcuni momenti accetta anche la resa. Di base è la donna che prende parola, in prima persona anche. Il disco si apre con “Risiko” che forse è la vera bandiera estetica del disco per quel che riguarda un elemento che sottilmente troviamo sempre: l’elettronica moderna che colora trascinando il mood dentro un sapore decisamente antico, anni ’70 per l’appunto, aprendo a costruzioni melodiche che tanto rimandano a De Gregori e compagni (per la musica e per alcuni passaggi di voce). Scendiamo nel dettaglio o quasi, senza troppo svelare. Forse “Risiko” è il brano più “moderno”, come detto, ma sempre sventola con fierezza una nostalgia che basterebbe davvero modificare qualche suono per teletrasportarci in un’Italia del centro-sud degli anni d’oro, magari in estate, magari a ridosso di un amore finito o di una nostalgia in cantiere. E senza allontanarci, è proprio questo il sapore dei synth e del giro di basso che troviamo in apertura a “Il giorno triste del tuo compleanno” seconda traccia del lavoro. E complice ulteriore alla causa diviene il disegno ostinato della strofa: il tutto davvero non lascia scampo ad altre visioni. Ecco ritrovarci a quel che dicevo all’inizio circa un gioco agrodolce tra modernità e passato: tuttavia, forse, sono proprio questi i passaggi e questi precisi ingredienti che avrebbe dovuto evitare Laura B proprio per non finire inevitabilmente dentro stilemi ampiamente conosciuti.
Il sapore lounge della title track con queste interessanti soluzioni di arrangiamento molto urban, rappresenta il secondo momento “moderno” di tutto l’ascolto: ci ritroviamo in quel sentiero pop alla “Oggi sono io” di Britti anche se qui da Laura B i suoni sono decisamente meno randagi e più orgogliosamente patinati e costipati dentro dinamiche che non lasciano spazio a sbavature umanizzate. Il singolo “Elisa” l’avevamo ampiamente conosciuto, uscito per le radio in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne; ecco un momento alto per la personalità di Laura B: il giusto incontro tra melodia, parole e timbrica vocale. “Elisa” è quel brano che si lascia ricordare sin dal primo istante ed è proprio qui che abbandoniamo quasi di netto questo santo legame nostalgico con il passato per trovare un coraggio determinante di personalità nel tempo presente… ed è forse, proprio per questo, anche una scrittura esteticamente scostante e sghemba rispetto al resto del lavoro. Ma subito si torna in linea, con i due brani a seguire che celebrano a pieno il cliché fin qui raccolto. Non sveliamo altro anche perché, se da una parte sono troppe le connessioni con il sentito, dall’altro c’è una grandissima padronanza di se e del suo temperamento che merita di essere scoperto dentro ogni riga dell’ascolto, cose per niente scontate e capaci di far del gioco quel che si vuole. “La ragazza di nessuno” poi sembra ergersi a bandiera non femminista ma di certo femminile, un disco d’amore ma anche di verità e dinamiche sociali, un disco che fa critica ma si concede anche una dolce resa romantica. Un Ep tutto sommato visto che abbiamo soltanto 6 brani… ma sembrano davvero capaci di evolversi come speriamo.