– di Sara Fabrizi –
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con i Last Eon, band di Cassino (FR) che ha da poco messo a segno il primo album dal titolo Before I Close My Eyes. Una band a cavallo fra alternative e post rock, che propone 5 brani con una durata che varia dai 7 ai 10 minuti. Atmosfere rarefatte ed importanti code strumentali ci accompagnano in un viaggio intimo e coinvolgente.
Cosa significa il nome della vostra band?
Ultimo Eone, essendo Eone un’era geologica. Quasi a voler comunicare che ci si sta dando un’altra possibilità, l’ultima intesa nell’accezione ambivalente di definitiva ma anche di nuova, ultima, in senso temporale a cui potrebbe seguirne un’altra. C’è un richiamo al precedente gruppo del leader della band, Shy Eon. Questo aggancio al passato è funzionale al fatto che i brani precedenti, scritti ai tempi della precedente band, vengono fatti rivivere nel nuovo progetto riadattandoli, riarrangiandoli, cambiandoli.
Genere/i musicali di riferimento ed influenze?
La nostra band è essenzialmente post rock ed alternative rock. Con decise influenze di Mogway, Godspeed You! Black Emperor, Sigur Ros. In misura minore, ma comunque degna di esser menzionata, ci collochiamo nel brit rock, nell’indie rock e nello shoegaze, con influenze di Radiohead e di Smashing Pumpkins.
Perché avete deciso di mettervi in gioco? Qual è lo scopo del vostro progetto?
Ci poniamo al di fuori di uno scopo classicamente e meramente commerciale, inteso come vendite consistenti, guadagni importanti e successo. La musica è la nostra passione, ma facciamo altri mestieri per vivere. Ciò che davvero ci ha animato, spinto, ad intraprendere l’avventura di questo album è il desiderio di poter esprimere il nostro lato artistico in una forma compiuta e comunicabile al pubblico, a chi voglia ascoltarci. Quindi realizzare brani che noi riteniamo ben fatti, di qualità e valore per i nostri standard, senza tener conto in maniera prioritaria e ossessiva del feedback del pubblico. Pur tenendo naturalmente conto della reazione di chi ascolta (scontato e naturale voler comunicare la propria opera d’arte) non vogliamo che diventi un diktat che possa portarci ad intraprendere strade che non vogliamo, o ad adattarci a delle mode, solo per strizzare l’occhio al pubblico e sedurlo.
Chi è il leader della band? Ruoli, rapporti, sinergie…
I Last Eon sono:
Sergio Todisco, voce e chitarre, il leader del gruppo. Autore di testi e musiche. I suoi ascolti gravitano nel post rock e nell’indie rock.
Fabiano Pittiglio, voce e chitarre. I suoi ascolti sono essenzialmente nel folk rock, nel cantautorato e nel rock classico.
Manuel Parisella, chitarra e synt. I suoi ascolti sono nel post rock e nell’alternative rock.
Alessandro Prete, basso. Ascolta principalmente rock classico e cantautorato italiano.
Emanuele Tartaglia (detto Mandu), batteria. Ascoltatore appassionato di Metal e di Hardcore.
Tra noi ci sono rapporti di conoscenza ed amicizia già da prima di intraprendere questo comune cammino musicale. A reclutarci è stato Sergio, spinto dalla voglia di ridare vita ai suoi vecchi pezzi e scriverne nuovi insieme a dei compagni che condividessero con lui questo progetto. Tra noi c’è sinergia sia umana che musicale, in quanto i brani, scritti da Sergio, sono subito arrivati molto agli altri membri della band, avendoli interiorizzati, fatti propri. E si auspica che questo passaggio del messaggio musicale da Sergio agli altri, avvenga con altrettanta efficacia dalla band nel suo complesso all’ascoltatore. La sinergia artistico-musicale che pervade i Last Eon non si esaurisce però esclusivamente in questa felice comunicazione da Sergio al resto della band, ma si concretizza anche nella partecipazione alla fase di scrittura da parte degli altri componenti. Nei pezzi, precedentemente scritti da Sergio, ognuno ha dato un suo contributo apportando qualche novità, riscrivendo qualche piccola parte dei brani. Questa partecipazione dell’intera band al songwriting si sta facendo più intensa per quanto riguarda i pezzi nuovi, non inclusi nell’album appena uscito.
Pensate, quindi, di dare un seguito a questo primo album? Siete già in fase di creazione/scrittura per il secondo capitolo dei Last Eon?
Assolutamente sì. Abbiamo scritto altri 3 pezzi che già vengono suonati nei nostri live. E altri 2 pezzi sono in fase di scrittura. Confluiranno tutti nel nostro prossimo album.
Vi muovete, giustamente e naturalmente, nel mondo digitale e dei social. Pensate che ciò comporti vantaggi effettivi in termini di promozione/diffusione del prodotto?
Riteniamo semplicemente che, al di là dei vantaggi reali o solo paventati, stare sul web e cavalcare le sue logiche sia ormai una condizione esistenziale per una band.
Il ritorno all’analogico è ormai una realtà nell’industria musicale. Siete affascinati dal mondo dei vinili e delle audiocassette? Avete mai pensato di incidere i vostri brani su questi supporti?
Non lo escludiamo, magari proprio per il nostro secondo album.
C’è un brano che ritenete emblematico per il vostro album? Ognuno di voi ha un suo brano prediletto?
Di sicuro il brano emblema è, nell’opinione dell’intera band, la title track. In Before I Close My Eyes sono presenti un po’ tutte le varie componenti ed influenze di cui siamo portatori, ossia il rock cantautorale, il post rock, lo shoegaze. E’ il brano che racchiude l’essenza stessa del nostro progetto, così vario e al contempo così unitario. Per quanto riguarda invece le preferenze personali Sergio e Mandu propendono proprio per la title track. Alessandro ama molto Strange Open Spaces, soprattutto per il suo cantato. Manuel ha una predilezione per Dead Gods e Fabiano per The Wrong Song.
Grazie ragazzi, è stato un piacere sentirvi raccontare il vostro progetto.
Grazie a voi per la chiacchierata.
Potete ascoltare e acquistare Before I Close My Eyes su Spotify, Apple Music, iTunes, Amazon Music, Bandcamp e tutti i digital store.
Ulteriori info su https://www.facebook.com/lasteonband/