Si contamina di pop e di indie il rapper romano Lasersight in questo disco allegorico e di sopravvivenza alle scelte quotidiane di vita. Si intitola “didascalicamente “Le due porte” e dalle solite metriche di genere si passa appunto a quel gustoso orientamento main stream di canzone leggera italiana, indie all’occorrenza, anche grazie alle featuring che sono firmate dai Malpensa, le cantautrici Vea e Veronica Verri e poi il trapper torinese Rayden. Dunque il ritorno a quegli anni ’90 è d’obbligo anche se il comparto sonoro deve molto ai nuovi cliché e alle tante soluzioni in trend. Dunque un risultato agrodolce per un disco che non è rap e non è pop ma probabilmente l’anticamera di qualcosa che scopriremo più avanti… o che in fondo abbiamo già scoperto.
Rap che incontra la melodia pop. Una commistione interessante e antica di qualche generazione. Come hai trovato la cosa? Un esperimento riuscito?
Essendoci cresciuto con queste melodie alla fine le ho fatte mie e messe nella mia musica. Poi col passare degli anni si sono amalgamate sempre di più anche grazie all’evoluzione della musica stessa ed alla fine la cosa è venuta naturale poichè a me piace molto mischiare, sempre partendo dal rap, dei generi e creare qualcosa di unico e fresco e piano piano negli anni ho perfezionato questo mix di generi musicali che poi ne va a formare uno soltanto. Per me l’esperimento è riuscito però la parola decisiva e finale rimane sempre all’ascoltatore.
Beh devo dire che molto del tuo lavoro riporta agli anni ’90 quando questo genere in Italia diventava main stream. Ricordi quel tempo o in qualche modo ne hai assorbito la storia? Che percezione hai di quella generazione di rap?
Sono del ’90 quindi, come dicevo prima, ci sono cresciuto con questi suoni e ricordo bene quel tempo e penso che anche adesso, se fatto bene e modernizzato un po’ possa tornare in pianta stabile nel circuito main stream. Quello era il rap di strada vero, io dicevo che il rap dava voce a chi non ne aveva e nel tempo ho fatto mio questo concetto, infatti le mie canzoni sono si fresche, ma al tempo stesso i testi fanno riflettere perchè trattano problematiche e pensieri di tutti i giorni.
E oggi secondo te tutto questo che cosa è diventato o cosa ne è rimasto?
Secondo me si è trasformato, la musica si è evoluta e quindi anche la melodia anni ’90 ha seguito questo percorso di evoluzione, diciamo che nel mentre sono usciti fuori altri generi che hanno preso il sopravvento e hanno messo questa musica un po’ da parte, spero che piano piano possa riemergere e tornare in auge come un tempo e chissà, magari, anche grazie ad un mio piccolo contributo.
Un disco come “Le due porte” sembra nascere dalle scelte di vita. C’è qualcosa di biografico che lo ha ispirato?
Assolutamente si, ci sono brani biografici ma anche brani presi dalla vita di persone a me care che ho voluto mettere in musica. Ci sono brani che parlano anche di vita in generale e che, come dicevo prima, portano l’ascoltatore a riflettere per capirne appieno il significato. Insomma, dentro ci sta un pò di tutto.
Cito testualmente… quando vanno in scena le velina parli di sorrisi assai finti. Insomma: c’è della critica sociale dentro ogni angolo di questo disco o sbaglio?
Beh negli anni ’90 non era rap se qualche frecciatina non si tirava, in questo caso specifico è usata più come metafora che come critica vera e propria, però nel disco ci sono parecchie critiche sia sociali che alle nuove generazioni (ovviamente critiche positive per cercare di spronarli a vedere alcune cose in modo diverso e di conseguenza godersele meglio).
Si torna dal vivo? Domanda canonica di questi tempi…
Sì assolutamente a maggio si ricomincia e non vedo l’ora!