Che poi in punta di piedi neanche tanto visto che lo ritroviamo come videomaker per importanti produzioni come Iosonouncane, Dimartino, La Rappresentante di Lista, Simona Norato, Beatrice Antolini, Giovanni Succi, Cesare Basile. Ed eccolo scendere in campo anche sotto questo profilo arredando i suoni brani di video assai intensi e carichi di significati. Sono 2 i video e i singoli pubblicati in rete ad Ottobre: “Per sempre” e “Caldo”. Parliamo di LANNO, ovvero Giuseppe Lanno, voce suggestiva densa di espressione, calda ma anche scivolosa… un sound glamour che richiama l’America anni ’70 e le prime violazioni elettroniche degli anni ’80. Una forma canzone indie in tutto e per tutto e questa continua ricerca di concetto tra il singolo e la moltitudine che determina e condiziona. Aspettiamo l’uscita di “La materia oscura”… per ora ci lasciamo affascinare da questo progetto che nasce oggi, un poco si mostra e chissà quante altre cose dovrà mettere in piazza. Attendiamo…
Esordio assoluto di Lanno. Esordio ermetico privo di nomi, date, sagome e confini. Chi c’è dietro Lanno?
Dietro Lanno c’è Giuseppe. Ci sono anche le mie suggestioni visive che cerco di rileggere musicalmente. Va detto che c’è anche il lavoro di Francesco Lima che interviene attivamente sulla forma, sui vestiti che le canzoni indossano.
“Un pensiero per tutta l’estate”: sconfiggere la stasi è solo una questione di incontri?
È una considerazione plausibile. Gli incontri sicuramente possono rigenerare il movimento. Esistono persone che assumono questo ruolo, che hanno questa forza allocata nel petto di qualcun altro. Rimane però da verificare la propria volontà, la propria curiosità e la disposizione verso qualcosa che procura il moto.
Bellissimo il video… ma sembra quasi che la protagonista sia indifferente dagli incontri, dalle figure che la schivano correndo… che metafora di vita va in scena?
Grazie! La protagonista è una mia trasposizione credo, nella misura in cui mi trovo ad avere un pensiero, quel “mi servi tu”. A volte alcuni pensieri li sento nella parte posteriore della mia testa per quanto questo possa sembrare ridicolo da dire. Volevo rendere visivamente la stasi e il moto nello stesso momento, ma solo come incontro potenziale. Se lei si girasse potrebbe partecipare o andare via, comunque si muoverebbe. Se dovessi spiegare, con la pistola alla tempia, questa visione direi che è il momento di contemplazione. E’ il momento in cui le produce il pensiero, quell’ipotesi di incontro. Quindi non è indifferente, è lei che produce quella corsa. Mi rendo conto che si potrebbe leggere anche in maniera inversa, ma questo è nella natura della proposta di visione.
E restando sul tema: nella stasi non siamo tutti portati a riflettere sul nostro vissuto come non faremmo invece nel pieno regime di caos?
Non so quello che facciano tutti fortunatamente, a stento so quello che faccio io. Ritengo che la stasi possa rivelarsi molto violenta e ti metta di fronte al tuo vissuto, trovando eco in maniera più distinta. Senza voler scomodare filosofi classici o reminiscenze liceali, direi che la stasi, le forme di ozio, possono sicuramente portare a riflessioni importanti. Mettere distanza, prendere la misura dei propri dolori, dei propri piaceri, è utile prima di rientrarci. Poi se questo diventa un rifugio da qualsiasi azione allora rischia di essere una scusa per non vivere.
Lanno e la scena indie-pop: se ti chiedessi cosa c’è nella tua musica che prima non c’era?
Assolutamente nulla.