– di Riccardo Magni.
Foto di Gian Marco Volponi –
È andato in scena venerdì scorso al Monk uno dei concerti più intensi a cui ci sia capitato di assistere.
La Rappresentante di Lista è tornata sul palco del club romano dopo circa due anni (era il 23 marzo 2017 con il tour a supporto di Bu Bu Sad) per presentare il suo ultima album Go Go Diva, fuori con Woodworm da dicembre 2018 ed accolto magnificamente da pubblico e critica.
Prevendite sold-out, l’ennesimo, dopo i due di Palermo e Milano e quelli di Pisa e Torino, la data capitolina era l’ottava di un tour che già in sette occasioni aveva fatto registrare il tutto esaurito, non male per una band che nel 2014 cantava in una canzone il raggiungimento dei 1000 Fan su Facebook.
Un’attenzione cresciuta esponenzialmente da parte di un pubblico attento, appassionato ed empatico, un pubblico pronto all’ascolto. Perché i messaggi de La Rappresentante di Lista sono quanto mai attuali ma niente affatto semplici. Oltre ad innamorarsi della voce di Veronica Lucchesi, a stupirsi della ricchezza musicale, ad apprezzare l’immaginario estetico, bisogna anche ascoltarle e bene le canzoni de La Rappresentante di Lista.
Dario Mangiaracina sale sul palco seguito dalla band al completo e sempre più numerosa con l’arrivo di Roberto Calabrese alla batteria. Partono le note di Gloria su cui la voce di Veronica si innesta da dietro le quinte. Ovviamente alla sua apparizione in scena il boato si raddoppia.
La prima parte di live è interamente dedicata ai nuovi pezzi di Go Go Diva, uscito da circa due mesi e già cantato per intero dal pubblico.
Lo spettacolo sul palco è totale e nessuno si risparmia, quello di Veronica e Dario non è un semplice concerto ma una vera e propria performance: lei canta (divinamente), recita, danza e corre anche (intonando ovviamente “Guardateci tutti correre, eccoci, siamo fradici di gioia…”), lui suona il basso, la chitarra acustica e i synt, aggiunge la voce, tutta la sua anima e tantissimo corpo. Accanto a loro Erika Lucchesi, sorella di Veronica, non è da meno con chitarre e voce, mentre dietro, Roberto Calabrese (batteria), Marta Cannuscio (percussioni, voce, qualsiasi strumento le capiti a tiro e grandi sorrisi) ed Enrico Lupi (tastiera, synth e tromba) riempiono la sala di suoni.
Arriva il momento socio-politico, “occorre di questi tempi più che mai schierarsi” dice Veronica, mentre tutti indossano le maglie di Sea Watch* e pochi secondi dopo risuona Siamo ospiti.
*Sea-Watch e. V. è un’organizzazione umanitaria senza scopo di lucro che svolge attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale con il supporto della società civile europea. Per saperne di più: https://sea-watch.org/it/
Si arriva ad una conclusione a dir poco esplosiva con La Bomba e in pochi istanti, dalle atmosfere oniriche e teatrali ci si trova catapultati in una bolgia punk. Una bellissima bolgia punk, con cui la band si congeda, ovviamente solo momentaneamente dal palco.
Passano infatti appena un paio di minuti ed ecco ricomparire Dario che da solo, si impossessa del palcoscenico e solo voce, accompagnato dal pubblico, canta il brano manifesto della band, La rappresentante di lista, contenuto nel primo LP del 2014 Per la via di casa:
“Quando passo in via degli uomini mi sento sempre la protagonista, alle prossime elezioni sarò io La rappresentante di lista”.
Via degli Uomini esiste davvero nel paese dei genitori di Veronica ed il nome della band nasce dall’esigenza della stessa Veronica di iscriversi come rappresentante di lista per votare fuori sede al referendum sul nucleare del 2011.
Rientra la band al completo, Dario torna alla destra di Veronica che sorride di quanto andato in scena poco prima e part con il bis: Un’isola, Woow e Mina vagante con le loro atmosfere sono la chiusura perfetta per riportare tutti a metà strada e lasciarli lì, in sospeso con i piedi sul pavimento e la testa tra le stelle. Tutti che ridono e dimenticano di aver pianto. Tutti fradici di gioia.