– di Yna –
Mistero, fascino, eleganza, capacità, gusto, originalità, intensità. Questo è La Rappresentante di Lista. Veronica e Dario sono sempre stati portatori sani di tutta una serie di caratteristiche della musica indipendente che se appunto sfruttate al massimo riescono a rendere di successo un progetto dalle tinte forti come il loro, nella loro peculiarità di difficile inquadramento ma incredibilmente promettente. Come loro c’erano solo loro, e rimangono unici nella loro fetta di mercato, sottolineando le infinite potenzialità che presenta questo progetto. Freschezza in controtendenza diventata ormai di tendenza, sotto tanti profili: musicale, autorale, stilistico. Hanno fatto della creatività a trecentosessanta gradi un punto di svolta e una chiave di volta del loro progetto, dagli albori della loro carriera a quando hanno calcato il palco dell’Ariston per la prima volta lo scorso anno con “Amare”, un pezzo straordinariamente sentito e intenso, pieno di nostalgie e rimpianti, ma anche di gioia e felicità, speranza, tanta speranza. Tutte quelle cose che rendono un brano pieno, ricco, emotivamente e musicalmente, che dà senso e spessore anche a un’immagine che magari spinge molto dal punto di vista estetico supportandola. Ma dove sono andati quest’anno? Come possiamo definire questo nuovo brano e il loro ritorno all’Ariston, finalmente ripopolato?
Non vogliamo scivolare nel cliché dell’«OK, ma la sostanza dov’è?». Non è il luogo qui per lasciarsi andare ai pensieri superficiali, né tanto meno propendere per la storia dei vecchi bacucchi all’italiana che non accettano le novità. Ma la verità signori è che La Rappresentante di Lista è molto più di “Ciao ciao”, lo sappiamo noi e lo sanno benissimo anche loro, quindi la scelta di portare un brano di questo tipo ha a monte un obiettivo ben preciso, e cioè quello di un cambio drastico di direzione, a livello di strategie di marketing o comunque lasciarsi la possibilità di aprirsi ad altri lidi, come già hanno cominciato a fare nel corso dell’ultimo anno. Sono lontani i tempi di “(Per la) via di casa”, in cui erano un tripudio di innovazione, talento, creatività e unicità, dai testi alla ricercatezza accurata nelle composizioni. Tutta questa creatività si è sempre realizzata in tantissime versioni di loro, e credo fortemente che negli ultimi anni i due hanno avuto i riscontri che meritassero, ma “Ciao ciao” tocca un apice che non appartiene a La Rappresentante, che non li rappresenta, che non rende loro giustizia.
È anche vero che un artista riesce a liberarsi un po’ di sé e a rifondarsi quando una fase si è pienamente realizzata, e la loro gavetta, sempre aderente e coerente, pregna e verticale, l’hanno fatta; ma questo non ci esime dal ritenere il singolo sanremese un po’ deludente e vuoto. L’esibizione tuttavia non ha assolutamente dimostrato neanche il contrario: entrambi in giacca e cravatta, lei biondissima (il suo nuovo look è un mix tra Curtney Love e Gwen Stefani), lui nel suo solito mood che ammorbidisce e fa rientrare l’identità del duo, super glam e super pronti a impartire la coreografia del pezzo, e «con le mani» e «con il culo» diventa presto una colonna sonora perfetta per i balletti su TikTok, una hit pop e molto funkettosa che decide di lasciarsi alle spalle le problematiche del mondo. Una superficialità che rimane sana, una reazione naturale di difesa rispetto ai cambiamenti, più o meno espressi nel testo.
Forse non riusciamo ancora a comprendere istantaneamente i cambiamenti, forse ci è richiesto un passetto in più, un po’ di coraggio nell’accogliere questa nuova freschezza e originalità, questa innoqua e pur sempre elegante spensieratezza che ha fluttuato sulle labbra di tanti artisti storici, voluttuosi, malinconici, mal ridotti, artisti maledetti in una festa incredibilmente poco divertente. Ci affezioniamo anche all’estetica, ma Veronica e Dario ci hanno dato così tanto che adesso ci sentiamo un pochino la pancia vuota. Sarà quello che ci meritiamo? Sarà che il periodo della crisi musicale non permette ad artisti come loro di esprimersi in libertà, in un mercato che richiede sempre molto altro? Probabilmente è così, non ne faremo una colpa a Veronica e Dario. Ma sicuramente aspettiamo che la crisi si tramuti in una incredibile originalità di forma e contenuto. Intanto balliamo anche noi, si dai, mentre loro un po’ si allontanano, sbrigativi, dai loro tempi migliori. Dai tempi migliori per tutti.
Ti saluto con amore
Con le mani, con le mani, con le mani
Ciao ciao