– di Assunta Urbano –
Tra le città metropolitane e gli scenari identificati solitamente con il colore grigio della Pianura Padana, emerge il progetto di Alessia Zappamiglio, con il nome Miglio. I brani raccontano in modo nitido il suo percorso personale ed artistico. Così come si può notare da Gli Uomini Elettronici, brano prodotto da Davide Dade Pavanello e Marco Benz Gentile, che ha permesso all’artista di entrare a far parte dell’etichetta discografica torinese INRI nel 2018.
Lo scorso anno Miglio si è classificata tra gli otto finalisti del BMA (Bologna Musica D’Autore), con la canzone Il Bar sui Binari. Invece, l’inizio di questo 2020 con l’entrata nel roster di Matilde Dischi ha segnato un altro traguardo nel percorso della bergamasca.
Oggi 20 marzo, in un periodo decisamente sfavorevole in tutti gli ambiti e sicuramente in maggior parte per quello artistico-culturale, esce il nuovo brano Pianura Padana, di cui abbiamo parlato con la sua autrice.
Per farci entrare nel tuo universo, raccontaci il legame che Alessia Zappamiglio ha con la musica e come ha avuto inizio, in seguito, il progetto che porta il nome Miglio.
Il mio legame con la musica inizia fin da piccola, quando mio padre mi faceva ascoltare i brani di Ivan Graziani, degli Equipe 84 e moltissimi altri e io mi divertivo a riproporli in versione casalinga. Al progetto Miglio ci sono arrivata molti anni dopo, quando ho capito che nella vita volevo fare questo seriamente, senza considerare nessun piano B.
Quali sono gli artisti, italiani o internazionali, che hanno accompagnato ed hanno ispirato il tuo percorso artistico?
Ho iniziato ascoltando tantissima musica italiana a partire da Lucio Dalla, Ivano Fossati, Rino Gaetano, per poi passare al mondo internazionale con Jeff Buckley, Nirvana, Nick Drake, Oasis, per citarne alcuni.
Il 20 marzo, in un periodo molto complesso per l’intera Penisola, esce il tuo nuovo singolo intitolato Pianura Padana. Le tue canzoni pubblicate in precedenza, Il Bar sui Binari e Gli Uomini Elettronici, raccontavano già un po’ di luoghi, ma in questo caso c’è una connotazione geografica definita. Come nasce questa canzone?
Pianura Padana è sicuramente una fotografia della mia città d’origine, Brescia, ma non vuole confinarsi soltanto a quest’area. Pianura Padana può essere anche qualsiasi altra città di provincia, qualsiasi luogo di solitudine, qualsiasi posto dove ognuno di voi si è sentito, almeno una volta, vulnerabile.
Citando il ritornello“La nostra stanza sembra una navicella spaziale dove ci siamo nascosti in questi anni”, spiegaci di questa similitudine che accomuna una stanza alla navicella e, allo stesso modo, del “finestrino da cui guardi la Pianura Padana”. È un po’ come guardare la vita fuori che va avanti e quella dentro, nel frattempo, ferma?
La navicella spaziale diventa metafora della stanza, quella in cui si può trovare riparo e sentirsi al sicuro. Non per forza la stanza condivisa con un’altra persona, può anche essere intesa come salvezza dal mondo fuori, come l’immagine di un bambino che si nasconde sotto il letto. La Pianura Padana che guardo dal finestrino è esattamente il significato di quello che vedo e che mi circonda, di questa città così grande, ma provinciale come Brescia, e di tutte le componenti che ne fanno parte.
Anche se ora tutti siamo un po’ spenti e temporaneamente in standby, quali sono i progetti di Miglio per questo 2020?
Difficile fare progetti a lungo termine, mi piacerebbe presto poter tornare ad esibirmi dal vivo, incontrare le persone, abbracciare, stringere la mano. Sicuramente la mia musica andrà avanti anche se momentaneamente solo in formato digitale e attraverso i social. Prima dell’estate uscirà un nuovo brano e poi altro ancora.