di Riccardo Magni.
Foto di Carla Colona – BOtanique.
Fa sempre un po’ strano, almeno personalmente, seguire un artista romano al di fuori dei confini regionali. E’ una sensazione che chi ha vissuto una qualsiasi trasferta sportiva può in parte capire: è come seguire la squadra della propria città, ma senza la componente di “scontro” con i padroni di casa. Senza quella smania di presa del forte altrui, perché poi la tua squadra è l’unica a salire sul palco e la tifi insieme a tutti gli altri.
Così è successo anche pochi giorni fa, quando una fortunata coincidenza mi ha portato in Emilia Romagna, tappa verso gli I-Days di Milano, proprio nel giorno in cui il romanissimo Rancore, portava con la sua crew il nuovo spettacolo “Musica per bambini” a Bologna.
Una serata che parte così bene che sembra esserci il trucco, in una Bologna che offre il benvenuto più inaspettato: un posto auto libero e gratuito a meno di 200 metri dall’evento, mai stata tanto generosa con me Bolo…
Poi i giardini di Via Filippo Re, sede del BOtanque Festival, ci accolgono nel loro verde e si capisce subito quale sarà il mood della serata: pubblico giovane, atmosfera molto rilassata, in attesa del primo live della serata. Sul palco si susseguono Murubutu e Claver Gold, il primo, emiliano di nascita, gioca in casa, il secondo, bolognese di adozione, anche. Ed il pubblico partecipa scandendo con entusiasmo ogni parola dei loro pezzi, tanto da farmi chiedere se siano qui per loro o per Rancore, iniziando a temere che qualcuno possa andar via in quello che io ritengo il momento clou.
Non è così, ovviamente. Quando la luce naturale cala e sul palco sale la band del rapper romano con le maschere da giocattoli terrificanti, il parterre va letteralmente in fibrillazione. I pochissimi minuti di introduzione, tre o quattro al massimo, sembrano passare lentissimi, poi due colpi di cassa (elettronica), partono le note di Underman e come un’eruzione vulcanica, sul palco, letteralmente, “esplode” tutta la forza di Rancore.
Non c’è molto tempo, ci dicono che alle 23.30 tutto deve finire ed allora il ritmo serrato dello spettacolo oltre che coinvolgente, diventa anche utile. Rancore ed i suoi rifiatano raramente, qualche breve intermezzo, qualche parola di introduzione ad alcuni brani e poi via sparati, dopo Underman, i pezzi del nuovo disco Musica per bambini, con il pubblico che le sa tutte e rappa con Rancore, o almeno ci prova, perché diciamoci la verità, l’unico Tarek* è sul palco e stargli dietro è impresa per pochi. Ma non c’è un pezzo che sia uno che sembra raccogliere meno consenso del precedente, più o meno quello che mi era capitato ascoltando il disco e scambiando opinioni sui brani. Quale il preferito? Questo è bello, quest’altro è bellissimo, questo qui è stupendo… insomma, impossibile decidere.
*Tarek Iurcich (Rancore), madre egiziana e padre croato, nato e cresciuto a Roma.
Ovviamente c’è spazio per i feat sia con Murubutu (Scirocco), che con Claver Gold (Il meglio di me) oltre che per l’unico altro brano precedente a Musica per bambini, la magnifica S.U.N.S.H.I.N.E., occasione anche per omaggiare Dj Mike, con cui Rancore aveva realizzato questo capolavoro e molta della precedente produzione.
Alle 23.30, puntuali come un orologio svizzero, si zittiscono gli amplificatori. Veloce, ma talmente intenso che non c’è spazio per alcuna insoddisfazione, anche perché considerare solo l’esibizione di Rancore per trarre un giudizio (che sarebbe comunque elevato) sarebbe sbagliato: lo spettacolo è stato corale, Murubutu, Claver Gold e Rancore tutti in una sera fanno muovere l’asticella della qualità rap decisamente verso l’alto.
Era la seconda data del tour di Rancore, la prima è stata a Milano. La prossima sarà a Roma, il 30 giugno, in un altro giardino, quello dell’I-Fest a Ponte Nomentano. Ci sarà ancora Murubutu, non Claver Gold, ma ad aprire le danze sarà la romana Huntress D.
A buon intenditor…