Un gruppo musicale di sole donne su un palco può suscitare le più disparate sensazioni: ad esempio può venir brutalmente sottovalutato, quasi snobbato nel più maschilista dei casi, o può ammaliare se ci si trova di fronte a delle belle figliole. Si fa comunque notare sempre e comunque, positivi o negativi che siano i pareri individuali e personali, non passa mai inosservato. Si rimane a guardare il palco quando c’è anche una sola ragazza in mezzo a tre o quattro “boys”, figurarsi quando i musicisti sono tutti “in rosa”. Da un gruppo formato interamente da ragazze ci si aspetta poi la canzoncina, atmosfere delicate, soft, da rapsodia sentimentale. La Menade è invece una gran bella botta rockettara, con chitarre distorte, basso in slap, due-trecento effetti di tastiere e synth, e batteria con doppio pedale. Questo progetto esiste dal 2000, quando i video musicali in tv ancora andavano di moda ed era bello scoprire nuove realtà artistiche. E allora i clip dei loro singoli “Maledetta Me!” e “Strane Idee” ti inchiodavano sul divano, e restavi ammaliato da grinta e bellezza di Tatiana, Tanya, Lucia e Cristina, la soluzione vincente per fare i soldi e farli fare al produttore di turno. Poi le ultime due lasciano la band e frenano tutto, nel modo più brusco possibile, dopo passaggi radio-televisivi, molti live in Italia ed aperture d’eccezione nel 2007 ai Linea 77 (Milano) e agli inglesi McQueen (sempre nord Italia) e ad un passo dal fare davvero sul serio. Si interrompe tutto dopo l’Ep d’esordio “Conflitti E Sogni” (sotto etichetta) del 2005 e l’autoprodotto “Male Di Luna”.
Passato il lungo silenzio arriva il 2013, il loro anno, quello del ritorno in pista con le new entries Chiara al basso e Laura alla batteria, ad affiancare le restanti Tanya e Tatiana; quello della pubblicazione del singolo “Nero Caos” (disponibile per l’ascolto sul loro profilo Soundcloud) e dell’uscita di un album pieno di inediti, il terzo, sui cui le quattro romane stanno lavorando sodo. Questo è solo l’inizio della loro rinascita, del loro rock che ripercorre una strada già battuta tempo fa. Gli anni sono passati, è vero, ma energia e determinazione sono sempre quelle dei primordi. Dal vivo poi sono uno spettacolo raro.
In una società fin troppo al maschile, La Menade ci dimostra che ciò che conta è quello che esce dagli amplificatori (se gradevole), non chi imbraccia le chitarre.
Marco Reda