di Giovanni Carpentiere.
Settembre non è solo un periodo dell’anno, è uno stato mentale. È questo il sentimento che ispira “Settembre” il nuovo singolo de La Differenza uscito il 31.08.2018, una intensa aternative/ballad prodotta da Paolo Muscolino.
La carriera de La Differenza, costellata di sperimentazioni, collaborazioni, successi, esperienze e tanti riconoscimenti, ha inizio con il secondo posto a Sanremo 2005 e prosegue con la pubblicazione di ben 5 Album, tutti con Major Companies.
Dopo essere stati in vetta a Viral 50 Italia di Spotify per ben 15 giorni con il brano “Che farò” ad agosto scorso, la band torna con questo nuovo singolo che apre le porte ad un nuovo capitolo della imprevedibile, affascinante, insolita sua carriera.
Quando nasce il progetto La Differenza?
Il nostro primo singolo per Sony è’ datato 03.02.2004, ma noi suonavamo insieme già da qualche anno girando l’Italia in lungo e in largo.
Qual è il segreto per rimanere uniti in una band?
Non frequentarsi troppo e mantenere sempre vivo l’entusiasmo. La vita da band e’ molto simile alla vita di coppia, solo che in una coppia si è in due, noi in 5. È sempre una grande ammucchiata, bisogna saper rispettare i ruoli ed è fondamentale la cultura del silenzio.
Settembre è il vostro nuovo singolo, di cosa parla il testo della canzone?
Settembre è uno stato mentale. Il testo della canzone è un insieme di immagini danzanti su una ballad alternativa, indie. Settembre è un mese che suscita forti emozioni, le abbiamo volute catturare in una canzone. Siamo molto soddisfatti del risultato.
Avete collaborato con tantissimi artisti del panorama musicale italiano, c’è un artista che vi ha segnato in modo particolare?
Da ognuno impari qualcosa, il metodo in particolare ma le ossa ce le siamo fatte da soli.
Com’è il vostro rapporto con i social?
Necessario. All’inizio ci dava fastidio dover necessariamente postare qualcosa, mettere in piazza la propria vita, venivamo dalla Old School, quindi l’approccio iniziale è stato di diffidenza. Con il tempo ci siamo resi conto invece che dietro i monitor ci sono fan che ci amano e vogliono la nostra musica, ecco lì è cambiato tutto. L’elemento umano ci ha permesso di scavalcare il pregiudizio digitale.