KATSUDOJI – PERSI
I Katsudoji sono un curioso “duo” da Cagliari da poco diventato “trio”; il progetto nasce infatti nel Gennaio 2010 e vede protagonisti Golia (voce, synth e programming) e Jaz (chitarra, basso e sonorizzazione). Ai due si è aggiunto da poco Njkke, che cura elettronica e le percussioni.
La loro è infatti sostanzialmente musica elettronica, ricca di contaminazioni e commistioni pop-rock. Se rimane difficile etichettarli (ma poi, la musica ha davvero bisogno di etichette?) sicuramente è facile cogliere stralci di influenze, non solo musicali, da gruppi come Daft Punk, Kraftwerk e The Residents.
L’origine del loro nome è singolare quanto il loro look: la leggenda vuole che per una sorta di inversione polare di un generatore due operatori di un centro recupero audiovisivi vengano catapultati indietro nel tempo al suono della parola incomprensibile “katsudoji” e si ritrovino con un televisore al posto della testa, coinvolti in un esperimento industriale.
La scelta di presentarsi dal vivo con degli abiti luminosi e dei televisori in testa va incontro alla dimensione eccentrica della loro musica, ma in essa è insita anche la componente più critica: una società definitivamente inglobata e alienata dall’apparecchio televisivo e dai media, sempre più padroni e demiurghi dei pensieri e delle teste globalizzate.
Stravaganze a parte, i Katsudoji hanno dimostrato di saper offrire ottima musica e l’EP Persi è una testimonianza efficace della loro essenza.
Tutti i pezzi sono decisamente d’impatto, merito della durata breve e della costruzione perfetta: una sezione ritmica frenetica stende un tappeto sonoro su cui la chitarra si innesta facilmente con riff graffianti, impreziositi da ricami dei synt.
Risulta impossibile non farsi rapire dai giri ipnotici di basso e dalle atmosfere elettroniche da videogame che decorano questo disco.
Le tematiche affrontate sono variegate, ma in tutte è presente una critica alla società moderna, sempre più complessa e contraddittoria. Si passa dallo sfogo di rabbia e frustrazione per la progressiva scomparsa della meritocrazia (“Calci in culo”) alle complicazioni di un rapporto di coppia soffocante (“Catene”), per finire con la confessione pubblica di un prete che ha perso la fede, simbolo di una crisi religiosa e vocazionale della Chiesa attuale (“Il prete”).
Per chi avesse voglia di continuare il bizzarro viaggio nel tempo e nella musica proposto dai Katsudoji, oltre al tour di presentazione dopo dell’EP, segnaliamo anche il precedente album autoprodotto Message in a Cathode, disponibile su internet.
Giulio Valli