di Riccardo De Stefano
Tra tutte le realtà nostrane, i Joe Victor sono davvero l’eccezione. Esplosi in pochi anni, trainati dalla loro energia e da live incendiari, hanno ridato speranza a una scrittura Made in Italy eppure credibile fuori dai confini patri. Già Blue Call Pink Riot ne aveva svelato con fascino le doti potenziali, ma è certamente con Night Mistakes che i Joe Victor si dichiarano in tutta la loro forza. Certo, è anche grazie al produttore Cantaluppi che ha saputo orientarli al giusto sound, ma è la nuova sezione ritmica – il fenomenale duo di Guglielmo Senatore alle pelli e Michele Amoruso al basso – a pompare il già efficace lavoro di voci di Gabriele Mencacci Amalfitano, scatenato col suo graffiato vocale, e Valerio Roscioni, synth wiz d’eccezione. Superato il folk rock à la Creedence degli esordi, la band si trova a suo agio nei territori danzerecci della discomusic, dal sapore Italo, di “Disco Folk Genial”, manifesto ideologico del progetto; ma non solo, si avventura in territori e ambienti musicali complessi – quasi progressive nelle dimensioni strumentali di “Goldenation” – o in slanci pop trionfali, da farti saltare sulla sedia, come in “Night Music 1988”, probabilmente il brano più forte dell’album. Night Mistakes è un disco d’ibridazione totale, di sovrapposizione ucronica di influenze ed ascolti, melting pot che sovrappone Giorgio Moroder a Peter Gabriel, i fratelli Marx a John Travolta, le febbri gialle di “Goombay Drums” a quelle del sabato sera di “Charlie Brown”. Che rimanga una curiosità italiana, un perturbante lavoro di ridefinizione dei canoni estetici del pop d’attualità, una ridefinizione della musica “alternativa” o il trampolino di lancio di una band che ha voglia di mangiarsi il mondo, Night Mistakes è, come direbbero i giovani, “una bomba”. Attenti che esplode.