“Tamalla” è l’album di debutto di Jali Babou Saho, cantante del Gambia e suonatore di kora (strumento tipico dell’Africa Occidentale che si tramanda di generazione in generazione). Si tratta di un disco che nasce per un’urgenza artistica dopo l’incontro con il chitarrista Francesco Mascio e che vanta la produzione eccezionale di Riccardo e Daniele Sinigallia. Sei tracce originali, registrate in presa diretta con Maurizio Loffredo, Daniele e Riccardo Sinigallia, presso gli Artigiani studio di Formello; le canzoni spaziano nell’ambito dell’ afro-blues, afro-jazz e world music. Un intreccio di sonorità elettriche e acustiche, in cui le radici della musica mandinka, evolvono in una visione moderna, dando vita ad una interpretazione dell’artista del tutto personale. Focus track del disco è il singolo “Kanno”, che è stato accompagnato da un video ufficiale in uscita lo stesso 29 aprile alle 12:00.
Ad impreziosire l’intero lavoro, vi è la collaborazione di numerosi musicisti provenienti da percorsi musicali differenti: il vocalist italo-libico Esharef Alì Mhagag, la cantante partenopea Fabiana Dota, il sassofonista Alberto La Neve, Tonino Palamara alle percussioni, Paolo Mazziotti al basso elettrico, Domenico Benvenuto alla batteria, oltre che dallo stesso Francesco Mascio alla chitarra classica ed elettrica e Jali Babou Saho alla voce e kora.
Abbiamo deciso di incontrare Jali Babou Saho, ed ecco com’è andata.
Che cosa significa “Tamalla”? Perché hai pensato che fosse il titolo giusto per il tuo disco?
“Tamalla” significa “il viaggiatore”. Il viaggio come metafora di un percorso di conoscenza appartiene a molte culture ma per i Griot (e io lo sono) il viaggio rappresenta non solo la principale fonte di conoscenza ma anche un’esperienza umana fondamentale. Solo vedendo altri luoghi e conoscendo altre persone siamo in grado di capire il nostro posto nel mondo, il nostro essere umani con le nostre fragilità e potenzialità. Gli umani però sono animali imprevedibili e questo è fonte di ricchezza ma anche di pericolo. L’incontro con altre persone è esperienza arricchente ma anche potenzialmente pericolosa. Il viaggio richiede attenzione e consapevolezza. Naturalmente il linguaggio che io uso nello scambio con le altre persone è essenzialmente la musica.
Com’è stato lavorare con i fratelli Sinigallia, e come avete saputo influenzarvi a vicenda?
È stata una esperienza molto interessante e ricca. Daniele e Riccardo sono musicisti di grande competenza ma soprattutto hanno una testa orientata a recepire altre musiche e culture: hanno il dono di saper ascoltare, con calma e pazienza, sono persone molto in gamba. Ci siamo influenzati molto a vicenda, questo è certo, dei musicisti che si incontrano si influenzano sempre. La musica è scambio e apertura al diverso, al nuovo. Come avvenga questo scambio però non sono in grado di dirlo.
C’è qualcosa che hai consigliato a loro di ascoltare, che ancora non conoscevano?
A dire il vero ci siamo immersi subito, in modo totalizzante, nei miei brani, nella loro messa a punto e arrangiamento. Forse, ma potrei confondermi, posso avere consigliato a Riccardo di ascoltare un paio di brani di mio padre Yan Kuba Saho, ma solo per esplicitare le mie radici musicali.
Chi è stato il tuo primo maestro? E tu stesso sai ritrovarti nel ruolo di maestro?
Il mio primo maestro è stato mio padre. Lui era un grande suonatore di Kora ed è stato uno dei primi suonatori di kora del Gambia a suonare con grandi ensamble (tra cui l’orchestra nazionale del Gambia). È stato quindi uno dei primi suonatori di kora ad accordare, per ovvie necessità, lo strumento secondo il sistema temperato occidentale e a diffondere quindi questa accordatura. I primi rudimenti dello strumento me li ha dati lui, avevo cinque o sei anni e utilizzavo una piccola kora per bambini. Poi però, essendo mio padre molto impegnato in tutto il paese e in giro per il mondo, ho dovuto arrangiarmi e fare il maestro di me stesso e prendere quanto più potevo dai musicisti che incontravo.
Programmi per il futuro?
Intanto vorrei andare al più presto in Gambia, al mio paese, perché manco da tanti anni. Ma questo credo vi interessi poco… dal punto di vista musicale sto lavorando e mettendo a punto altri brani per un prossimo disco.