Un nuovo soul, un jazz libero di contaminarsi anche di pop. Bellissimo questo “Skit”, singolo nuovo per Isabella Privitera in arte IZA, artista ormai di stanza a Barcellon che con i suoi TheVisions approderà ad un nuovo EP che farà da corona a questa canzone. Un mantra, un loop dai contorni acidi ma dal cuore caldo, dalle luci soffuse, dal blu profondo che condisce ogni momento. È un sentimento di sospensione questo brano…
Un mantra dei tempi moderni. Ha senso leggerla così?
Si, un mantra dei tempi moderni è una bella definizione! Trovo che poche parole evocative, unite al suono, funzionino molto meglio per descrivere un sentimento complesso come la passione, lasciando tanti non detti che l’ascoltatore può riempire con il proprio vissuto. La ripetizione a volte è più potente di mille parole, perché quando metti per iscritto un sentimento per forza di cose lo limiti e lo incaselli.
Oppure ancora: l’elettronica, il suono suonato, dentro un modo e una forma che arrivano da tradizioni antiche… ?
Si, Io credo che la musica sia una sola, indipendentemente dal genere. La mia formazione, che proviene principalmente dal jazz, mi ha insegnato ad apprezzare quando in un brano si fondono passato e presente. E il bello è che la musica di tutte le epoche è a disposizione della compositrice, come un vocabolario di forme e suoni. Poi sta a lei scegliere i vocaboli giusti per esprimere il suo discorso. Quindi, il sound che utilizziamo è un modo di guardare al passato per reinterpretarlo nel nostro oggi.
La distorsione delle forme che incontriamo ad un certo punto nel brano, che cosa vuole rappresentare?
Possiamo dividere il brano due parti: la parte cantata, in cui armonia e testo si ripetono congiuntamente, e la parte più “free”, libera, dove invece si cambia strada e c’è uno “scontro” tra due voci. Dico scontro perché sopra una nuova base armonica e ritmica, molto semplice e sempre uguale, la tromba, l’altra voce, la voce senza parole, si muove invece libera, senza tornare su sé stessa. Così si crea un discorso tanto lineare, senza forme strofa o ritornello, quanto circolare.
Scrivi: un viaggio nella potenza pacata della passione. Sembra un ossimoro non trovi?
Certo, ed è proprio l’ossimoro che cercavo. Credo sia il modo più giusto per descrivere un’emozione che può essere estremamente potente e vitale, ma anche lenta, costante, una carezza. Cosa c’è di più sensuale di una potenza contenuta?
Quanto peso ha avuto l’improvvisazione in tutto questo?
L’improvvisazione è stata centrale in tutto il processo di composizione e di registrazione. All’inizio eravamo solo io e la loop station: avevo scritto un giro armonico un po’ sconclusionato, che però all’orecchio funzionava molto bene. Improvvisandoci sopra è venuto tutto il resto: le parole, la melodia. Quando ci siamo trovati in studio con i musicisti, siamo partiti con l’idea di mood che volevamo raggiungere, e da lì è stato tutto improvvisazione. Anche questa lunga coda è nata improvvisata in studio, in uno di quei momenti magici in cui si sta suonando per davvero insieme, in congiunzione. Era cosi lunga che l’abbiamo tagliata ed è diventata un altro pezzo, “On a Sunny day”, l’ultimo brano dell’Ep che contiene SKIT e che uscirà a gennaio 2025.