– di Michela Moramarco –
ITSGIUZ è un’artista, classe 2000, che ha esordito musicalmente con il brano “2020” per sugellare un anno non proprio fausto. Il suo nuovo singolo, disponibile dal 15 aprile, si intitola “Sono le tre” ed è un brano più intimo e personale, seppur mantenendo una certa cifra stilistica. L’artista, con questo suo nuovo singolo, racconta un fenomeno alquanto diffuso, legato al percepire l’ansia notturna e la mancanza di una persona che possa allontanare i mostri o i troppi pensieri. “Sono le tre” è notevole per un’artista esordiente, anche dal punto di vista della produzione e delle sonorità. Si inserisce in uno scenario tendenzialmente synth-pop. Il brano, caratterizzato da una voce soffusa ma ben distinguibile, rende l’artista molto promettente
Ne abbiamo parlato con ITSGIUZ.
ITSGIUZ, ti definisci viaggiatrice mentale. Ponendo che questo viaggio sia in aereo, ti sederesti dalla parte del finestrino?
Direi di sì, i viaggi mentali sono una delle poche cose che mi riescono meglio e sicuramente il panorama visto da un finestrino di un aereo o di qualsiasi mezzo rende tutto molto più stimolante e libero. Magari anche con una bella playlist in sottofondo nelle cuffiette.
Il tuo nuovo singolo “Sono le tre” è un brano che racconta l’ansia e la storia di un messaggio mai inviato. Mi racconti un po’ la trama di questo brano?
Soffro d’ansia e attacchi di panico da quando sono piccola, brutte bestie che spesso prendono il totale controllo del mio corpo e della mente. In un certo periodo della mia vita la presenza di una persona che ritenevo in un certo senso il mio “porto sicuro” sembrava come se riuscisse a sconfiggere questi miei mostri. Quando ho scritto “Sono le tre” ero in preda ad un attacco d’ansia e pensavo a quella persona che, in quel momento, avrei voluto con me.
A livello di sonorità, si può dire che sia un brano synth pop. com’è andato il percorso da stesura del testo a fase di produzione?
“Sono le tre” è il primo testo che ho scritto. L’idea era quello di trasformalo poi in una canzone quindi parlai con Luigi Tarquini e Federico Fontana, i miei produttori, che mi inoltrarono una sorta di “provino” dove io poi adattai la mia voce sopra, con cuffiette dell’iPhone. Essendo in piena quarantena non potevamo fare molto. Appena finito il lockdown ci siamo visti in studio per migliorare e completare il lavoro.
“Sono le tre” segue il tuo primo brano “2020”. Si può notare probabilmente un filo conduttore tra questi due brani. Che ne dici?
In realtà, le persone a cui mi riferisco nelle due canzoni sono differenti. “Sono le tre” la ritengo molto più intima.
Qual è il tuo album musicale preferito?
Mainstream di Calcutta perché lo associo ad un piacevole periodo della mia vita.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
A dire il vero, mi spaventa progettare il futuro, sono una che preferisce viversi quello che le capita di giorno in giorno ma, sicuramente, vorrei continuare a fare musica ed arrivare a quante più persone possibili. Grazie.
Interessante la tematica del brano e ben fatto l’articolo!!
Non conoscevo questa artista e mi ha messo curiosità di ascoltarla….