La nostra novità della settimana è su Radio Città Aperta grazie alla collaborazione con Grande Giove, la trasmissione di Matteo Giacché e Roberto Scolamiero, in onda il giovedì dalle 18.00 alle 20.00.
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La scorsa settimana abbiamo dovuto prenderci una pausa per cause di forza maggiore (l’ombra dei problemi derivati dal Covid-19 è arrivata anche dalle nostre parti, ma senza far danni).
Così oggi, complici anche le tante belle uscite dei giorni scorsi, vogliamo tornare a bomba con un’edizione speciale della novità della settimana: un’edizione doppia.
La nostra novità della settimana è Giorgieness, che torna con il nuovo singolo “Successo”, uscito venerdì 13 novembre a tre mesi di distanza dal precedente singolo (dal titolo Hollywoo).
Giorgieness è Giorgia D’Eraclea, dal 2011 al 2017 cantante ed autrice della band che porta già il nome del suo progetto (Giorgieness) con centinaia di concerti e due album all’attivo, entrambi pubblicati da Woodworm. Nel 2018 inizia il suo nuovo corso: nuove collaborazioni, nuove produzioni, nuove sonorità, ed un percorso da cantautrice che inizia a prendere forma dal primo tour acustico in solo.
I temi personali, i percorsi psicologici, le relazioni interpersonali, la condizione sociale giovanile e femminile vissuta in prima persona o impersonata, sono da sempre al centro dei suoi testi, che si alternano in un bel mix di speranza, amarezza e rabbia. Con il percorso personale cambiano appunto le sonorità e l’approccio, più soft se vogliamo, ma non la passione, l’energia, ed una delle più belle giovani voci femminili del panorama alternativo italiano.
In questo ultimo singolo Successo poi, ritroviamo anche quel tiro “cattivo” ed arrabbiato di chitarre e batteria. Ed è un piacere sentire di nuovo la Giorgieness che avevamo amato agli esordi, più matura e consapevole. Il suo nuovo album era atteso per i mesi scorsi ma l’uscita è stata evidentemente rimandata. Restiamo in attesa.
Ma come detto, questa settimana ci sentiamo in dovere di raddoppiare. Anche perché non si può ignorare il ritorno di Iosonouncane.
Iacopo Icani ha atteso oltre cinque anni dall’ultimo album, considerato unanimemente tra i capolavori della musica alternativa italiana (potremmo dire anche della musica italiana e basta) dell’ultimo decennio. Parliamo ovviamente di DIE, uscito il 30 marzo 2015. Era il secondo album di Iosonouncane dopo La Macarena su Roma del 2010. C’è da dire che sui tempi (di pubblicazione) la coerenza non manca: 3 album in 15 anni per Iosonouncane, ad imporre la sua grande presenza in una scena musicale italiana di cui può essere considerarlo un gigante, seppur proveniente dall’ambiente alternativo e seppur con appunto pochissimi dischi pubblicati in un lungo arco di tempo, tutt’altro che in linea con i diktat del mercato attuale. Iosonouncane non è uno da successo facile, non è un cantautore indie della nuova era ma nemmeno della vecchia. Iosonouncane è Iosonouncane, e sembra non glie ne freghi nulla del resto, gli basta e ci basta così.
Tanto che in primavera erano attesi (attesissimi) una serie di concerti in cui avrebbe suonato il nuovo disco prima della pubblicazione. Cioè tutto il contrario di come funziona il mercato, o almeno di come funzionava pre-covid, quando i live servivano a raccogliere e monetizzare il pubblico a cui era piaciuto il disco, o anche solo i singoli. Lui il nuovo album lo avrebbe suonato prima live e aveva fatto ovunque sold-out sulla fiducia.
Niente da fare però, perché appunto parliamo di era pre-covid. Anche sui concerti di Iosonouncane si è abbattuta la scure della pandemia e delle limitazioni ed il tour è stato spostato.
Così le strategie vanno modificate e l’uscita del terzo album è slittata, ma ieri è finalmente uscito un nuovo singolo: si chiama, guarda caso, Novembre, ed è accompagnato da una cover di Vedrai, vedrai di Luigi Tenco.
Chi si aspettava la dirompenza sonora di DIE è rimasto un po’ interdetto: Novembre è un walzer.
E nel pronunciare questa frase ci si rende conto che forse il nuovo singolo di Iosonouncane vuole avere anche questo valore simbolico. C’è malinconia, c’è dolcezza dal retrogusto amaro, c’è osservare le giornate che si accorciano non solo nelle ore di luce, con i locali che chiudono al tramonto e le strade che si svuotano presto, le nove di sera che sembrano notte fonda. È quasi la vita che sembra accorciarsi, insieme alle giornate.
Chi sa se ritroveremo Novembre nel prossimo disco di Iosonouncane o lo ricorderemo come un piccolo grande capitolo a parte. Nel frattempo, possiamo cullarci con lui e continuare a ripeterci che Novembre è un walzer.