Raccontami un po’ del vostro gruppo, il significato del nome Velodrama e quando siete nati come realtà musicale.
Il nome è nato per caso,mi piaceva il suono delle parole che rispecchiava quello che avevamo in mente di fare. Velodrama può essere rappresentato come l’immagine delle mani sporche degli operai, del sudore, della gente che fatica, che lavora, che butta il sangue ,delle ingiustizie. Quindi Velodrama è un grido di ribellione. Siamo nati nel 2009 e dopo pochissimo tempo è uscito il nostro primo lavoro, precedente a quello che uscirà a breve. Il primo si chiamava Introspezione. Era un EP che comprendeva cinque brani. Attraverso questo promo abbiamo scoperto le carte, capendo dove poter indirizzare bene il sound e come correggere i vari ed eventuali sbagli. È stato un bel provino, nonostante fosse un promo fatto bene era ancora acerbo a livello di idee e di identità. Infatti si avvertiva l’incontro tra due generi differenti, anche se nei live della Capitale abbiamo riscosso un discreto successo. Io venivo da un progetto pop rock , mentre gli altri tre ragazzi che voglio ricordare essere Flavio Gianello alla chitarra, Corrado Ciaccio al Basso e Fabio Cesarini alla batteria, venivano da un progetto melodic death metal. Il successo dei live ci ha riempito di orgoglio ,spronandoci ancor di più a lavorare meglio per la produzione de L’immagine, Lp uscito la scorsa primavera ,comprendente cinque brani, quattro inediti più una cover del grande Rino Gaetano dal titolo Escluso il cane. Un brano che in pochi conoscono , perché la gente tende a ricordarlo solo per canzoni che lui stesso odiava, come ad esempio Gianna o Berta filava. Mentre chi è appassionato sicuramente conoscerà questa canzone, che a mio avviso è una delle più belle, se non la più bella che lui abbia mai scritto. Tornando a L’immagine è in vendita su I-tunes.
I Velodrama non parlano di storielline d’amore, non raccontano crisi d’amore che si hanno tra due persone. Noi raccontiamo all’interno nelle nostre canzoni un argomento che è stato tralasciato da parecchi anni, cioè l’amore per la vita e per la libertà. Esaltiamo l’amore per la libertà, cosa che ormai si è un po’ persa, non parliamo dell’amore inteso come amore di coppia o convivenza. I nostri artisti Italiani , quelli che ci dovrebbero rappresentare, dando voce alla musica italiana tendono sempre a fare questo errore: io li chiamo gli “artisti di San Valentino” perché per loro ogni giorno è la festa degli innamorati, quando purtroppo in Italia ci sono problemi ben più seri di una crisi coniugale che vengono sottovalutati.
Qual è l’identità intrinseca del testo del singolo L’immagine?
L’immagine, l’hai detto proprio con la prima parola di questa domanda, parla proprio dell’identità in realtà. Tratta dello smarrimento di essa in ogni singola persona. Penso che al giorno d’oggi le potenze mediatiche, ossia internet e la televisione, ci stanno facendo “ingoiare” senza digerire programmi poco costruttivi e ciò rappresenta un grande errore dato che stiamo arrivando un po’ alla cancellazione delle identità delle persone, specialmente nei ragazzi.. La società è sempre più concentrata a svuotare ogni singolo essere, a lasciarlo quasi più simile ad una sagoma. Infatti uno dei versi de L’immagine dice “Non stupirti se ti lasceranno solo margine per la tua immagine”. Proprio perché è il quadro più semplice per far capire che ci stiamo trasformando, stiamo perdendo le identità e questo secondo me è sbagliato sia come essere umano e sia come italiano. Quindi l’immagine è una riflessione intorno a questo argomento. Potete vedere il video o trovare tutte le informazioni sul nostro gruppo al sito www.velodrama.it e nei vari smistamenti, sui vari social, ecc.
Perché il video è ambientato negli anni Quaranta?
Il video è ambientato negli anni quaranta all’epoca del Nazismo. Ci fu l’incontro tra il nostro produttore Alex Marton per la First Line Production ed il registra Andrea Tani, per definire come girare il video ed ambientarlo. L’idea di Alex e Andrea era proprio questa di ambientare il tutto in quell’epoca. Mi è piaciuta molto perché anche se presa alla larga, si sposa con l’immagine, sul tema della perdita delle identità dei singoli. Quello che i Nazisti hanno fatto agli ebrei, anche se in maniera più violenta, è stato prendere possesso di identità altrui fino alla cancellazione totale. Così nacque questa fusione tra la mia ispirazione e quella del regista.
A chi vi ispirate e quali sono le caratteristiche del sound Velodrama?
La caratteristica del Sound Velodrama che sottolinea il nostro modo di essere attraverso i dischi ed i live è in realtà una fusione tra l’indie rock e la musica cantautoriale. Perché i testi ,quindi il lato cantautoriale, si fondono con la musica che è prettamente di ispirazione indie rock, specialmente quella inglese e americana, oltre alle prime basi di questo sound che erano i Joy Division, gruppo che io adoro, o i Placebo, i Verdena, Afterhours e via dicendo. Per quanto riguarda invece la musica cantautoriale, qui parlo in prima persona , mi rifaccio moltissimo a ciò che è stato Rino Gaetano, per me è una grande ispirazione. Ma anche a quelli man mano più attuali: da quelli più” vecchi” come Giorgio Canali per esempio che è a mio avviso un grande musicista , è stato ed è un grande cantautore, a quelli più recenti che possono essere il Teatro degli Orrori, ai Zen Circus che sono un po’ gli eredi di quella musica cantautoriale che manca , ossia la musica alla Rino Gaetano con dei riflessi di De Andrè, e il tutto suonato in chiave punk rock. Questo è il piccolo globo a cui noi ci rifacciamo. Poi da tutte queste ispirazioni lontane e vicine esce fuori questo prodotto che si chiama Velodrama che spero che si arrivi a conoscere sempre di più in territorio nazionale.
Agnese Monaco
ExitWell Magazine n° 0 (gennaio/febbraio 2013)