di Guido De Beden
Fin dal primo ascolto il disco degli Intercity, Laguna, sembra promettere bene e infatti è così. Un disco importante, un Long Play doppio contente ben ventidue tracce- quasi un’assurdità al giorno d’oggi – per un lavoro decisamente maturo.
Di questi tempi in molti hanno celebrato il funerale dell’Indie: eppure questa band è in grado di accendere una enorme luce di speranza nell’universo della musica Italiana. Le esplorazioni sonore nel synth pop rendono i ventidue capitoli moderni e in linea con i gusti di oggi pur mantenendo un’identità classica con richiami al rock d’autore e all’elettronica, con ausilio di fiati, piano, chitarra e drum machine. I testi risultano freschi e giovani, la band si racconta: racconta momenti del proprio mondo, del loro universo, rendendo l’ascoltatore un complice indiscreto.
Laguna, forse sembrerà esagerato dirlo, sembra perfetto: le canzoni sono al posto giusto, i testi anche, per un disco moderno d’altri tempi. Quello che nessuno si aspettava ma che tutti volevano, un disco, di quelli veri, di quelli completi, uno dei migliori del 2018. Potete giurarci.