– di Francesco Bommartini –
Ci sono le chitarre acustiche ritmate di Controvento, il piano di Casa. Ma ci sono anche i bass drums sintetici che entrano e sconquassano, così come i charleston a dare dinamica. Insomma, in Tutto scorre il ventunenne iNeed è riuscito a creare un prodotto non scontato, che si inserisce con garbo in un contesto storico in cui è difficile unire strumenti classici del pop/rock con le basi moderne. O meglio, si può fare, ma con un risultato così equilibrato è difficile.
E fa ancora più strano che a farlo sia questo ventunenne, mostrando quindi una maturità non comune. D’altronde lo sappiamo – no? – che la trap impera e che sovente i testi che la caratterizzano spingono sull’acceleratore, con risultati che definire opinabili, quantomeno per il sottoscritto, sembra un complimento. «O per vederti basta che li chiuda e scattano i ricordi», canta in Tutto scorre iNeed, ed è un po’ questo il quid del disco, che lascia effettivamente un bel senso di riempimento.
Lo fa anche quando si affacciano alcuni effetti che solitamente mi fanno ribrezzo, come all’inizio di Scordati, che però lascia subito respiro alla dinamica, su cui si adagiano rime di buona fattura, in cui la voce ha anche la possibilità di arzigogolare, come nella più classica tradizione pop. «Scordati, di quello che ti ha fatto male, o sei tra i complici, tra chi ti ha fatto affondare?». Insomma, questo per dire che fa meglio un po’ tutto quello che è possibile. Complimenti e… a buon rendere!