Indiepanchine come Le Parche: uno sguardo sul futuro e su quelle che saranno le tue prossime band preferite.
– di Paolo Pescopio –
Il 25 gennaio siamo stati al Monk di Roma per la rassegna “Le Parche“, presentata da Indiepanchine, che promette di presentaci oggi i nostri artisti preferiti del futuro.
Sono gli anni del post punk, e i ragazzi di Indiepanchine in occasione della quarta serata di una rassegna come questa, che promette di portarci la musica del futuro, mettono insieme alcune delle eccellenza della Capitale in un genere che, negli ultimi anni, sta vivendo una stagione di rinnovo intenso ed entusiasta.
In questo nuovo mondo, fatto di chitarre e distorsioni, di suoni scuri e gotici, l’offerta portata da Indiepanchine è stata varia ed attenta a coprire la varietà di un genere fatto certamente di revival, ma comunque in continua evoluzione. Dopo la rinuncia dei Leatherette, costretti purtroppo per noi all’assenza da motivi di salute, entrano in gioco gli Ultraglass, band di quattro elementi che ha saputo portare un revival molto duro sul palco del Monk, onorando certamente la manifestazione, ma anche alcuni classici del passato con suoni e citazioni di fine ’70 certamente da non sottovalutare. Si sono presentati come una formazione libera e carica, con una ritmica prepotente ma precisa, una di quelle cose da vedere sottopalco coi tappi nelle orecchie.
Al seguito, il secondo progetto sul palco è La Cattedrale, alias Adriano Donati, già noto coi Plaza Sempione, che forse, fra i tre progetti, è quello che si è presentato come più spiccatamente melodico. Ovviamente “grezzo”, come il genere richiede, ma con una cura per testi ed immaginario da non sottovalutare. Sul palco in power trio, il progetto post punk da Rebibbia si è presentato con un live intenso, curato, attento alla necessità di capire gli incastri che si vanno a creare quando gli elementi sono “solo” tre. Ma il tutto ha funzionato perfettamente, con un Moci al basso in grado di dare grande dinamismo a tutte le parti. La Cattedrale capita sul palco alla vigilia dell’uscita del suo ultimo singolo, Leoni, che, ascoltato dal vivo, è una botta di energia tanto quanto quando lo abbiamo sentito su Spotify.
I Come on, die chiudono la serata, in un live diverso dalle prime due proposte, decisamente post, ma meno trasognante e più preciso, soprattutto più pulito, in calderone che cuoce e mescola al tempo stesso post rock, midwest e math rock, in un live in cui al centro c’è la musica, tanto come espressione quanto come spettacolo. La band è carica e molto a fuoco, consapevole di quella autocoscienza che ha chi suona tanto e da tanto assieme, portando “la propria roba” sul palco quasi come un flusso di coscienza.
Giunta alla sua quarta serata, la rassegna Le Parche dimostra grande attenzione da parte del collettivo di Indiepanchine, tanto nella scelta della venue quanto in quella degli artisti. In un locale come il Monk, autentica istituzione di certa scena romana, i tre progetti si sono avvicendati mostrando grande coerenza e comunità d’intenti, in una serata che ha visto una grande partecipazione di appassionati e visi familiari all’ambiente musicale capitolino, creando una classica “tempesta perfetta”, una serata nella quale dire “io c’ero prima che diventassero la tua band preferita”.